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martedì 27 aprile 2010

Il cardinale Dario Castrillon Hoyos conferma che papa Wojtyla approvò in pieno l'insabbiamento di un caso di pedofilia.

In una fragorosa rivelazione il cardinale Castrillon, prefetto della Congregazione per il Clero, rende noto che papa Wojtyla autorizzò la lettera di elogio a un vescovo francese per aver fatto ostruzionismo alla giustizia alcuni mei dopo che il cardinale Ratzinger aveva reso noto il Motu proprio papale "Delictis gravioribus", che ordinava ai vescovi del mondo di trasmettere ogni caso al Sant’Uffizio (Congregazione per la Dottrina della fede).

Le sbandierate "linee guida" messe online sul sito ufficiale della Santa Sede, secondo cui "si deve sempre seguire la legge civile per quanto riguarda la denuncia dei crimini alle appropriate autorità" trovano in questa rivelazione una chiara smentita e si mostrano alla stregua di ipocrite menzogne.

Ecco il fatto clamoroso. Il prete pedofilo René Bissey. tipico predatore che tra il 1989 e il 1996 compie ripetuti abusi sessuali su minori, viene condannato dal tribunale francese di Bayeux a18 anni di carcere. In contemporanea viene condannato a tre mesi, con la condizionale, anche il presule di Francia – mons. Pierre Pican, vescovo di Bayeux – per aver rifiutato di denunciare alla magistratura il sacerdote della sua diocesi, nonostante fosse a conoscenza da molti anni della sua condotta immorale e non fosse mai intervenuto a fermarla.

In seguito a questa sentenza, il cardinale Castrillon Hoyos prende carta e penna e al vescovo reticente Pican scrive: "Lei ha agito bene, mi rallegro di avere un confratello nell’episcopato che, agli occhi della storia e di tutti gli altri vescovi del mondo, ha preferito la prigione piuttosto che denunciare un prete della sua diocesi".

Quindi mostra la lettera a papa Giovanni Paolo II che, in persona, non solo la approva elogiando il vescovo Pican per essere stato un modello di padre che non consegna i suoi figli alla giustizia, ma invita il cardinale ad inviarla a tutti i vescovi del mondo e a metterla su Internet.

Il cardinale Castrillon ha raccontato tutto questo al quotidiano La Verdad nel corso di una conferenza nella città spagnola di Murcia confermando pienamente l'omertà della Chiesa che ha imposto fino a poco fa il “segreto pontificio” sugli scandali degli ecclesiastici onde insabbiare tutte le prove a loro carico ed evitare di sottoporli alla giustizia ordinaria, considerando i sacerdoti pedofili non punibili dalla legge dello Stato perché al di sopra di ogni giudizio terreno.

Il cardinale Castrillon si è sempre comportato da convinto insabbiatore. Alcuni anni fa era intervenuto a favore di un sacerdote pedofilo dell'Arizona, padre Robert Trupia, che aveva molestato decine di ragazzini. L'alto prelato aveva tentato di ostacolare in tutti i modi il vescovo di Tucson, Manuel Moreno, prima che costui riuscisse a «spretarlo» nel 2004. Troppo tardi però perché l'ignobile prete costò alle casse della diocesi un cospicuo risarcimento.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)