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giovedì 15 aprile 2010

Margherita Hack: “Libera scienza in libero Stato”

Margherita Hack famosa astronoma, astrofisica, accademica dei Lincei, nonché atea di ferro e presidente onorario dell’Uaar (l’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti) ha pubblicato ““Libera scienza in libero Stato”, un libro che si configura come un vero j’accuse contro la decadenza della scuola italiana in tutti i campi, soprattutto in quello scientifico.

La Hack si chiede: perché il gap di conoscenze scientifiche dei nostri adolescenti rispetto ai loro coetanei europei aumenta inesorabilmente? Perché il livello culturale della nostra scuola è tra i più bassi d'Europa (dati PISA, Programme for International Student Assessment e OCSE)? E trova molte spiegazioni.

La prima affonda nella particolare storia della cultura italiana che, condizionata dalla filosofia di Benedetto Croce prima e di Giovanni Gentile poi, ha sempre considerato “la scienza una forma di cultura minore”, retrocessa a sapere puramente tecnico, con la conseguente organizzazione del nostro sistema di istruzione in un’ottica umanistica, mentre paradossalmente nel resto d'Europa lo studio della scienza faceva passi da gigante.

Seconda causa: l’interventismo della Chiesa cattolica, da sempre nemica della scienza (vedi il processo a Galilei), perché la considera potenzialmente negatrice della religione e che, in un Paese presunto laico come l'Italia, si arroga il diritto di decidere l’eticità dei campi di indagine (ultimi casi eclatanti: il dibattito sulle cellule staminali e la procreazione assistita) e interferisce nei programmi di studio. Esempio clamoroso: per imposizione del Vaticano in Italia la teoria evolutiva non viene trattata nella scuola dell'obbligo.

Infatti nel 2004 (DL 19 febbraio n.59). l'allora ministra della Pubblica Istruzione, Moratti, fece togliere ogni riferimento a Darwin e all'evoluzione nei programmi scolastici del primo ciclo, facendoli scivolare nel pieno Medio Evo. Si doveva tornare al racconto del mitico vasaio, in base al dogma del primato della fede sulla ragione, sostenuto dalla Chiesa.

Quando, di fronte alle proteste del mondo scientifico, la ministra fu costretta a fare marcia indietro, obtorto collo concesse agli insegnanti, che lo desideravano, di accennare all'evoluzionismo (come si trattase di un optional) nella speranza che non lo facessero. Per cui è rimasto spesso vistosamente ignorato in ogni ordine di scuola italiana. E poi ci lamentiamo perché i giovani disertano le facoltà tecnico-scientifiche, oggi sempre più importanti per lo sviluppo di ogni Paese, e privilegiano quelle giuridico-letterarie. Per forza: nelle nostre scuole i giovani non sono educati al rigore scientifico e all'autonomia critica ma “all’ora di religione” durante la quale, come verità, vengono insegnate delle favole assurde, vere circonvenzioni di minori.

Infine, ed è la nota più dolente, manca alla nostra classe politica la volontà di garantire un funzionamento decente della scuola pubblica: indispensabile perché «crea cittadini, non crea cattolici, né protestanti né marxisti», è aperta a tutti, favorisce l’uguaglianza, diventa luogo di confronto costruttivo, «non è la scuola di una filosofia, di una religione, di un partito, di una setta». Mentre alla scuola statale vengono sempre più lesinati i mezzi per un suo decente sviluppo si concedono sempre più privilegi e finanziamenti alle scuole clericali, in barba all’articolo 33 della Costituzione che ammette l’istituzione di scuole private “senza onere per lo Stato”.

In conclusione: pochi soldi per la scuola pubblica e la ricerca, ma tanti, tantissimi per l'ora di religione e le scuole private. A proposito dell'ora di religione: lo Stato italiano, unico tra i Paesi liberali d’Occidente, spende la bellezza di 1 miliardo per insegnare questa disciplina opinabile ed evanescente inutile e controproducente per tutti (cattolici, protestanti, musulmani, ebrei, atei).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)