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giovedì 29 aprile 2010

La religiosità italiana in cifre

Il "Calendario De Agostini 2010" dà questi dati sulla religiosità in Italia che si prestano a qualche considerazione:
* Cattolici in maggioranza
* Protestanti 400.000
* Ortodossi 100.000
* Testimoni di Geova 236.000
* Valdesi 25.000
* Ebrei 30.000
* Musulmani circa 1 milione
* Non religiosi/atei circa 10 milioni.

Sulla cosiddetta maggioranza cattolica, occorre, però, distinguere i praticanti (24,4%) e i non praticanti (52,1%). Inoltre le donne sono più religiose rispetto agli uomini (78,9% vs 74,1%) mentre gli uomini sono più agnostici (11,4%) e atei (10%). La religiosità degli italiani varia anche con l'età. È più diffusa tra i 45-64enni (84,8%) e gli ultra 65enni (81,9%); nei giovani invece è molto più bassa: tra i 25-34enni (16,8%) e tra i 18-24enni (12,2%).

Quali importanti considerazioni possiamo trarre da questi dati? Anzitutto che la religiosità vera, in un Paese considerato fortemente cattolico come l'Italia, riguarda meno di un quarto degli italiani. Poi, questa religiosità è rappresentata soprattutto da anziani mentre è scarsamente sentita dai giovani. Possiamo anzi dire che i giovani, forse molto più informati tramite i media, la sentono sempre di meno.

A mano a mano che si esaurisce la presenza degli anziani, la religione è condannata, quindi, a ridursi sempre di più. Una prova evidente di questo fenomeno l'abbiamo constatando che nelle cerimonie domenicali la presenza dei giovani e sempre più scarsa, e nel costume essi non tengono più in considerazione gli insegnamenti religiosi. Praticano, in gran parte, il sesso libero e le unioni di fatto; quelli che si sposano, sempre meno, preferiscono il matrimonio civile.

Resiste ancora il battesimo, anche se è in leggero calo. La confessione, invece, è calata a picco perché i cosiddetti peccati per i giovani non hanno più senso. Nonostante ciò la Chiesa, specie quella di Ratzinger, si ostina ad essere sempre più intollerante e conservatrice e non accetta di adeguarsi all'evoluzione della società. Il precetto evangelico: il sabato è fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato, viene da essa del tutto ignorato.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)