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giovedì 22 aprile 2010

La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso presentato dalle coppie gay. No al matrimonio, sì ai riconoscimenti giuridici.

La sentenza emessa dalla Corte Costituzionale, che ha rigettato il ricorso presentato da due coppie omosessuali che chiedevano la pubblicazione delle loro nozze all’albo pretorio del Comune, ha fatto cantare vittoria agli esponenti più retrogradi e oscurantisti del nostro Paese, sempre ostili alla concessione dei più elementari diritti civili già goduti in quasi tutta l'Europa (tranne Grecia e Italia) e in molti Paesi del terzo mondo, ma si è trattato di una vittoria di Pirro.

Infatti, nonostante il centrodestra, il Forum delle Famiglie e la Chiesa abbiano esultato, interpretando la sentenza come una pietra tombale sui matrimoni gay, in realtà la Corte, pur riconoscendo che le unioni omosessuali non possono essere ritenute omogenee al matrimonio propriamente detto, nel quale i coniugi devono essere persone di sesso diverso, ha altresì riconosciuto che il Parlamento deve legiferare sulla materia per garantire i diritti costituzionalmente garantiti anche alle coppie gay.

Per la Corte, l’unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, rientra nella nozione di formazione sociale, protetta dalla Costituzione, e deve ottenere, nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.

Se però, come si può presumere da certe dichiarazioni fatte dall'Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, la Chiesa, perenne nemica di ogni libertà civile, frapporrà ogni ostacolo all'emanazione di una legge che regolarizzi le unioni gay, sarà giocoforza presentare ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. Solo l'Europa laica potrà salvarci, allora, dall'oscurantismo medioevale che ottenebra la quasi totalità della nostra classe politica.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)