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martedì 6 aprile 2010

Primo contatto con Roma dei cristiano-giudei (“L'invenzione del cristianesimo”) 70

Da Antiochia alcuni ebrei cristiani si trasferirono a Roma, che allora annoverava una grossa comunità ebraica, concentrata soprattutto nei quartieri più disagiati di Trastevere ove svolgeva i commerci minuti e l'artigianato minore. A dar credito ad Orazio e a Giovenale, importanti poeti latini, questa comunità era piuttosto detestata dalla maggioranza dei romani.

I nuovi arrivati non furono bene accetti dai loro connazionali che mal sopportavano il nuovo movimento messianico da loro propagandato. Gli ebrei della diaspora, infatti, più o meno integrati coi gentili, non condividevano le deliranti aspettative messianiche dei correligionari rimasti in Palestina, anzi le rigettavano con fastidio, consapevoli della loro pericolosità politica.

Essi avevano accettato l'impero romano come un dato di fatto e il messianismo era chiaramente incompatibile con questa loro accettazione e con l'esenzione, loro concessa dai romani, di fare qualsiasi cosa potesse essere contraria alla loro fede.

Vedremo in seguito che questo gruppo, pur esiguo di cristiani, darà luogo a grossi disordini nella capitale e costringerà l'imperatore Claudio a cacciarli da Roma nel 41. Infatti, il partito nazireo di Gerusalemme veniva considerato sovversivo dai romani, come dalla gerarchia sadducea ufficiale di Gerusalemme.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)