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mercoledì 28 aprile 2010

Il “chiacchiericcio” sulla pedofilia ecclesiastica si fa sempre più assordante.

Non solo preti, frati, monache e personale laico cattolico sono coinvolti negli scandali sessuali ma la macchia si estende anche a coinvolgere alti prelati, tra i quali alcuni vescovi e qualche cardinale. Quindi il “chiacchiericcio” del cardinal Sodano si fa sempre più assordante. Speriamo non arrivi a lambire il soglio più alto.

Mentre negli Stati Uniti non si allenta la pressione dei media e in Germania si riunisce per la prima volta il vertice anti-pedofilia voluto dalla Merkel, lo scandalo della pedofilia nella Chiesa continua a registrare nuovi colpi di scena. È il caso del cattolicissimo Belgio dove ieri mons. Roger Vangheluwe vescovo di Bruges ha rassegnato le dimissioni, a sorpresa, subito accettate dal Papa.

Per la prima volta, un vescovo confessa non solo di avere nascosto abusi perpetrati da preti sotto la sua giurisdizione, ma di averli compiuti in prima persona. Secondo il presidente della commissione indipendente per il trattamento degli abusi sessuali nei Paesi Bassi, Peter Adriannsens, gli abusi del vescovo si sono protratti «per più anni e in più fasi».

Finora la commissione ha ricevuto una ventina di denunce, e in molti casi gli abusi sono andati avanti «almeno sei anni, prima che si intervenisse». Sono accusa gravissime che fanno dire all'arcivescovo di Bruxelles e primate del Belgio, Andrè-Joseph Leonard: «siamo di fronte a una situazione particolarmente seria: oggi è un giorno nero per la Chiesa, vogliamo prima di tutto chiedere scusa alle vittime, alle famiglie e alla società».

Unica nota positiva in questa bufera di scandali che colpiscono la Chiesa è la coraggiosa presa di posizione del clero europeo che comincia a riconoscere finalmente le sue colpe.

Ciò che non avviene in Italia dove i vescovi, sostenuti dall'opinione pubblica ipocrita e perbenista e da una classe politica bipartisan, prona alla Chiesa, hanno sempre insabbiato le denunce contro i preti pedofili, riducendole a semplice chiacchiericcio.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)