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giovedì 9 giugno 2011

Forse gli Usa costringeranno il Vaticano a combattere con impegno la pedofilia del clero cattolico.

La Corte dell’Oregon (Usa), che sta facendo luce sulla natura del rapporto di “lavoro” tra un prete pedofilo e la Santa Sede, ha chiesto al Vaticano di fornire alla giustizia degli Stati Uniti alcuni documenti interni molto importanti.

“Si tratta di una decisione storica”, ha dichiarato Jeff Anderson, avvocato della vittima che sostiene di aver subito aggressioni sessuali da parte di Andrew Ronan, un sacerdote che era stato coinvolto in vicende di pedofilia in Irlanda e poi a Chicago.

E ha aggiunto:“La decisione cambia il panorama giuridico. Una breccia è stata aperta: il Vaticano potrebbe essere ritenuto responsabile e dovrà rendere conto come mai prima”. La vittima aveva accusato il Vaticano di non aver costretto il sacerdote a lasciare l’abito talare e di non averlo punito dopo le prime aggressioni.

Un primo giudice di Portland, nell’Oregon, incaricato del caso, aveva stabilito che la Santa Sede doveva essere considerata responsabile, in qualità di “datore di lavoro”, per il trasferimento del sacerdote, deciso dalla diocesi.

Il Vaticano aveva presentato appello alla Corte Suprema contro questa decisione. Ma la più alta istanza americana, ha dato ragione al giudice di Portland non riconoscendo l’immunità diplomatica del Vaticano e dando il via libera a un eventuale processo contro la Santa Sede.

In forza del pronunciamento della Corte suprema, il giudice Michael Mosman ha chiesto al Vaticano di produrre entro il 20 giugno un certo numero di documenti sulle regole interne della Chiesa relative alla gestione del clero, la loro nomina, i loro trasferimenti, le loro responsabilità, le loro scomuniche in caso di denunce per violenze sessuali.

Secondo il tribunale, infatti, la Chiesa è “datore di lavoro” di questi sacerdoti, quindi deve rendere disponibile la documentazione che li riguarda. Vedremo come andrà a finire.

Certo che con questa azione gli Usa costringeranno finalmente il Vaticano a combattere con impegno la pedofilia del clero cattolico e non coprire più i crimini sessuali dei preti dei quali, da decenni, ha perfetta conoscenza.

Il vizio della Chiesa è molto antico, anzi antichissimo se già il concilio di Elvira – svoltosi in Spagna nell’anno 305 – condannava duramente i sacerdoti pedofili come "stupratores puerorum".

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)