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giovedì 23 giugno 2011

Le assurdità religiose. I sacramenti (La “mala” religione) 111

Il sacramento della confessione, o penitenza, è invece di esclusiva invenzione della Chiesa ed è nato con lo scopo di consentire al fedele di ottenere da dio la remissione dei peccati e quindi la salvezza nell’aldilà.

Nel cristianesimo primitivo la remissione delle colpe avveniva solo con una penitenza unica e irripetibile: il battesimo. Solo questo sacramento lavava ogni macchia e dava la purificazione che consentiva l’accesso al paradiso.

Tutte le colpe successive rimanevano indelebili e non c’era modo di toglierle. Ecco perché molti dei primi cristiani rimandavano il battesimo per molto tempo, spesso fino agli ultimi istanti della vita, come abbiamo visto in Costantino.

Con una sola penitenza durante l’intera vita, nessun cristiano si sarebbe potuto salvare e la Chiesa avrebbe dovuto chiudere bottega. Così nel II secolo, il papa Callisto concesse la possibilità di una seconda penitenza, ma per una volta soltanto, soprattutto per i peccati di lussuria, omicidio e apostasia, allora i più frequenti.

L’apostasia era considerato il peccato più grave perché riportava il penitente alla stregua di un pagano e lo escludeva dalla Chiesa Durante le persecuzioni erano numerose le abiure, non solo dei semplici fedeli ma anche dei vescovi, tanto che sotto Diocleziano abiurò anche papa Marcellino.

Per ricondurre nella Chiesa tutti questi peccatori i papi successivi estesero la penitenza per tre volte, ma siccome anche queste erano insufficienti, concessero ai sacerdoti di rimettere i peccati in qualsiasi occasione. Era nata la confessione.

Non senza aspre polemiche, però, perché fu vista da molti come un incoraggiamento al peccato. Ma la Chiesa era salva e per di più con la confessione prendeva due piccioni con una fava: controllava capillarmente i suoi fedeli e li ricattava con la minaccia dell’inferno se negava loro l’assoluzione.

Nel IV Concilio Laterano del 1215, la confessione divenne obbligatoria per i cattolici, almeno una volta all’anno.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)