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martedì 28 giugno 2011

Le assurdità religiose. I dogmi. (La “mala” religione) 115

Matteo e Luca nell’annunciazione ci fanno sapere che un angelo informa sia Giuseppe sia Maria della prossima venuta di un figlio divino (Matteo 1,20 sgg.; Luca 1,26 sgg.).

Ma quando Gesù inizia la sua attività pubblica, Maria sembra ignorare del tutto le parole dell'angelo e, assieme agli altri suoi figli, tenta di ricondurre Gesù a casa con la forza, ritenendolo fuori di senno (Marco 3,20-21). Tertulliano, di fronte ad un fatto così incredibile, rinfaccia Maria di non aver creduto al Cristo (Tertulliano, De carne Christi 7).

Infatti quest’episodio ci fa comprendere che l’annunciazione è una favola posticcia. Fino al III secolo non solo si ignorava la perenne verginità di Maria ma tutti i Padri della Chiesa, come ad esempio Ireneo e Tertulliano, erano convinti del matrimonio effettivo di Maria e di Giuseppe.

La divinizzazione di Gesù, iniziata con Paolo e imposta per volontà di Costantino nel Concilio di Nicea del 325, determinò tutta una serie di implicazioni dottrinali, riferite a Maria, che, progressivamente, diedero inizio verso il IV secolo al culto mariano.

Poiché Gesù, divinizzato come figlio di dio, era stato partorito da una donna, bisognava assegnare a questa sua madre terrena delle caratteristiche, se non divine, almeno semi-divine.

Il primo passo fu di considerare il concepimento di Cristo opera di dio e non di uomo. Ecco allora l’inserimento, nei Vangeli di Luca e di Matteo, verso il IV secolo, dell’annunciazione, ignorata dagli altri due evangelisti e ritenuta dubbia da Gerolamo, autore della Vulgata.

A compimento di questo primo passo, nel 431 d.C., con il concilio di Efeso (convocato dall’imperatore Teodosio I), alla Madonna venne attribuita ufficialmente la qualifica di Deipara, e cioè di madre di Cristo inteso come dio e come uomo, superando le molte perplessità di quanti ritenevano improponibile, per non dire blasfemo, che un essere umano potesse essere la madre di un dio.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)