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venerdì 17 giugno 2011

In Italia calo record di matrimoni

Sempre più grave la crisi del matrimonio tradizionale. In Italia. Lo conferma l’Istat che ha diffuso giorni fa un documento che dimostra che in Italia “in soli due anni si registrano quasi 30 mila matrimoni in meno: nel 2008 erano stati 246.613, nel 2010 poco più di 217 mila nel 2010 ”.

La tendenza alla riduzione delle nozze, scrive l’istituto, è in atto dal 1972, ma nel biennio 2009-2010 il calo è stato particolarmente accentuato, e ha interessato tutte le aree del Paese. Le regioni più colpite sono: Lazio (-9,4%), Lombardia (-8), Toscana (-6,7), Piemonte e Campania (-6,4 in entrambi i casi).

Le cause? Molteplici. Soprattutto la sempre più prolungata permanenza dei giovani in famiglia, determinata da una congiuntura economica sfavorevole che, verosimilmente, ha contribuito ad accentuare un diffuso senso di precarietà e d'incertezza. Poi, le grosse spese che il matrimonio tradizionale comporta e che vengono valutate, mediamente, a 30 mila euro.

Ma a queste cause si può aggiungere l'espansione inarrestabile delle convivenze di fatto che semplificano enormemente i rapporti di coppia e in caso di incompatibilità, fenomeno che diventa sempre più diffuso, consentono uno scioglimento rapido e quasi indolore. Che, viceversa, il matrimonio in Italia non consente perché irrigidito da leggi medioevali, imposte dal Vaticano, che rendono il divorzio lungo, costoso e spesso gravato da pesanti strascini. Per cui, prima di sposarsi, la gente ci pensa su parecchio.

È chiaro che un divorzio rapido e poco costoso, favorirebbe di molto il matrimonio. Ma la Chiesa, imponendo un divorzio quasi impossibile, lo ha distrutto irrimediabilmente. Le unioni di fatto, che superavano il mezzo milione nel 2007, oggi sono molto aumentate e si avvicinano al numero dei matrimoni.

Ciò ha comportato la nascita di bambini al di fuori del matrimonio che è in continuo aumento e s'avvia verso il 30%. Di fronte a questa realtà, evidente anche al più sprovveduto, la nostra classe politica, se avesse veramente a cuore il benessere dei cittadini, adotterebbe subito due provvedimenti risanatori: il divorzio breve e il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto.

Allo Stato non costerebbero niente ma porterebbero enormi benefici a milioni di cittadini. Come mai non si fanno? Perché il Vaticano non lo vuole, confermando che l'Italia non è uno Stato indipendente ma una colonia dominata dai gerarchi d'Oltretevere.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)