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venerdì 24 giugno 2011

La secolarizzazione in Europa avanza inarrestabile

Prendiamo in esame due Paesi europei: Svezia e Germania.
La Chiesa di Svezia, luterana, è stata fino al 2000 Chiesa di Stato e fino al 1996 i cittadini ne erano automaticamente membri dalla nascita. L’appartenenza alla Chiesa comporta il versamento d’una tassa di poco inferiore all’1% dell’imposta sul reddito. Il che assicura al clero protestante un finanziamento più che cospicuo.

Ultimamente la Chiesa ha affidato a un sondaggio un’indagine circa le aspettative che i fedeli hanno nei suoi confronti e per appurare come le sia possibile esercitare ancora un’influenza significativa nella società attuale.

The Local, sito di notizie svedesi in lingua inglese, riferisce gli interessanti esiti dell’indagine. Solo il 15% dei 10.000 membri interrogati dice di credere in Gesù, mentre altrettanti si professano atei e si stima che un quarto dei circa 6.600.000 svedesi siano agnostici; i praticanti sono circa 400.000; la disaffezione cresce fra i giovani.

Molti hanno risposto di aderire alla Chiesa un po’ per fede, ma soprattutto per il buon lavoro che essa svolge in campo sociale e per il sostegno che dà a tradizioni importanti, però senza riconoscerle rilevanza nella loro vita individuale.

L’articolo di The Local evidenzia anche, sorprendentemente, casi di abusi sessuali ai danni di ragazzi che frequentano le istituzioni religiose a similitudini si quanto accade nella Chiesa Cattolica. E sì che il clero protestante non ha l'obbligo del celibato come quello cattolico.

Per quanto riguarda la Germania c'è da evidenziare la drammatica crisi numerica che ha colpito le Chiese tedesche. Un articolo di Mimmo De Cillis pubblicato sul Manifesto la esplicita chiaramente.

L'autore spiega come la Germania sia “Una terra che il settimanale Der Spiegel dipinge oggi come attraversata da una «profonda crisi di fede»: un «paese scristianizzato», dove, secondo un recente sondaggio, soltanto i due terzi dei tedeschi dichiarano di credere in Dio. Una terra che riduce le chiese ad «agenzie matrimoniali e funebri», dove «ogni 75 secondi un fedele abbandona la chiesa», mentre i battesimi crollano e i fedeli cattolici (27 milioni su 82 milioni di abitanti) sono in netto calo.

A conferma di quanto afferma il Manifesto vi è un articolo di Henri Tincq, vaticanista di Le Monde, dal titolo “Benoît XVI rend visite à une Eglise allemande fragile et contestataire” (Benedetto VI si appresta a visitare una Chiesa tedesca fragile e contestatrice).

Il quadro che traccia è desolante: La diocesi di Essen deve vendere metà delle sue chiese e sopprimere un migliaio di posti di lavoro… Tutti i budget sono rivisti al ribasso… In un land cattolico come la Baviera, non si contano più di sei battesimi ogni dieci nati… mentre il numero di preti (meno di 14.000) è in caduta libera… Oggi, la popolazione si divide in un terzo di cattolici, un terzo di protestanti, e un terzo di agnostici.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)