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venerdì 21 settembre 2012

"Habemus Papam" (Gabrielli editori) del "prete rivoluzionario" Don Paolo Farinella.


"Habemus Papam" (Gabrielli editori) è il nuovo scritto del "prete rivoluzionario" Don Paolo Farinella. Si tratta di un romanzo storico-teologico che evoca con forza un utopico papato fondato sui principi evangelici di una Chiesa in contrasto con le satrapie vaticane colluse con poteri forti, finanza e logiche oscurantiste. Dopo aver messo a nudo il malgoverno della destra italiana collusa con la Chiesa durante il periodo berlusconiano il libro racconta l'elezione a sorpresa di uno sconosciuto ecclesiastico a papa col nome di Francesco I (nessun papa ha mai voluto indossare il nome del poverello d'Assisi). Questo nuovo papa, suscitando l'orrore della parte più corrotta del mondo cattolico, abolisce il Vaticano, detronizza la gerarchia ecclesiastica e destina tutte le ricchezze della Chiesa, a cominciare dai tesori dei sacri palazzi fino alla più piccola parrocchia sperduta nella più smarrita campagna, ai poveri del mondo, affermando che finché vi sarà sulla Terra un solo bambino che muore di fame, la Chiesa non ha il diritto di spezzare il pane dell’Eucaristia. Ecco uno stralcio della prima parte del libro.

"Arrivò il 2000 e con esso venne un uomo ingiusto, falso e finto che si nutriva di menzogna e di corruzione; egli ammaliò molti e molti lo seguirono come “un messia” perché ricco senza misura.
Fece promesse mirabolanti: “Mai metterò le mani nelle tasche degli italiani, meno tasse per tutti, creerò un milione, anzi un milione e mezzo di posti di lavoro [melius est abundare quam deficere: abbondiamo visto che non costa nulla promettere], se mi voterete sarete tutti felici, vi farò tutti ricchi” e altre stupidaggini consimili. Il popolo, nonostante il secondo millennio di civiltà, credette ancora agli asini volanti e dimentico del precedente del fascismo e di Mussolini cadde nella trappola del ricco che aiuta il povero e gli operai. Illusi!
Il popolo non volle sapere che la ricchezza di quest’uomo fu peccaminosa perché ottenuta con il ricatto, con la corruzione, la prostituzione, la frode, il riciclaggio, accordi malavitosi e patti di mutuo sostegno con la gerarchia della Chiesa cattolica che si vendette al suo servizio, lasciandosi incatenare servilmente, rinnegando Vangelo, Dio e la sua dignità. Il prezzo clericale fu il silenzio su ogni misfatto.
Il suo nome fu Milvio Merlusconi, degenere e corrotto fin nel midollo delle ossa nella vita privata come in quella pubblica. Corruttore di tutto ciò che toccava, prostituì se stesso e le istituzioni che indegnamente rappresentava travolgendole nella sentina maleodorante di cui questo individuo era impregnato.
Corruppe minorenni che usò come merce di piacere, e come Caligola nominò senatore il suo cavallo, egli fece nominare ministre e deputate, donne compiacenti, notoriamente prostitute, e uomini servili della sua corte di satrapo vizioso.
Tutto questo avvenne sotto gli occhi ciechi e la compiacenza della gerarchia ecclesiastica che si arrampicò sugli specchi per richiamare senza condannare, per parlare senza dire nulla”.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)