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venerdì 7 settembre 2012

L'Italia sempre più vaticana, sempre meno europea.


La Grande Chambre della Corte europea dei diritti umani con una sacrosanta decisione ha dichiarato che la legge n. 40 sulla procreazione assistita, in particolare gli artt. 4 e 13, comporta la violazione dell’art. 8 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo e le libertà fondamentali relativi al rispetto della vita privata e familiare. Infatti tale legge priva i genitori non sterili, ma portatori di malattie geneticamente trasmissibili, della possibilità di accedere alla fecondazione assistita e a sottoporre ad analisi genetica l’embrione da installare al fine di identificare eventuali malattie.

La Corte ha rilevato il carattere astruso e contraddittorio di tale divieto, anche alla luce del fatto che è invece possibile in tal caso il ricorso all’aborto terapeutico. La legge 40, imposta dai Torquemada vaticani alla nostra codarda e infingarda classe politica, senz'altro la più ignominiosa d'Europa, è un mostro legale che contrasta con tutti i più elementari diritti umani e civili, e pur avendo subito parziali demolizioni giuridiche, continua a imporre a migliaia di coppie italiane forzati e dispendiosi viaggi all'estero per ottenere una completa fecondazione assistita, specie se eterologa.

Naturalmente, come c'era da aspettarselo, visto che l'Italia è sempre più vaticana e sempre meno europea, il generale-cardinale Bagnasco, capo del Governo Ombra dei vescovi che controlla e guida la repubblica vaticaliana, ha aspramente criticato l'ineccepibile sentenza della Corte Europea e ha subito imposto al cattolicissimo ministro Balduzzi di fare ricorso, facendo riferimento a una improbabile “soggettività giuridica dell’embrione”, in linea con le ideologie più reazionarie della destra cristiana internazionale.

Come cittadino italiano mi sento turlupinato e umiliato nel dover riconoscere che le politiche del mio Stato sono decise da una classe politica di servi e conformisti, sempre pronta ad assecondare le scelte e visioni di un’oligarchia ecclesiastica, oscurantista e oppressiva, che rende l'Italia il Paese più arretrato d'Europa e di gran parte del mondo. 

Ciò vale per la procreazione assistita e il depistaggio genetico, come per le coppie di fatto, il matrimonio gay e molti altri temi che dovrebbero vedere il prevalere incondizionato delle istanze di libertà e responsabilità dei singoli sulle visioni bacchettone della Chiesa, interessata esclusivamente a mantenere il proprio anacronistico monopolio ideologico limitando le scelte della gente, in una società in cui è oramai da tempo in minoranza e continua a prevalere solo in virtù dello scandaloso servilismo di una classe politica vergognosa.

Anche in questa circostanza, il governo Monti ha confermato la sua natura di peggio del peggio, espressione non solo di interessi e valori della finanza disumana che sta distruggendo il nostro Paese, ma anche del più retrivo fondamentalismo di stampo cattolico.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)