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lunedì 5 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La controreligione del faraone Akhenaton 46

Per meglio cogliere l'atmosfera d'angoscia di questo periodo persecutorio è utile considerare un graffito redatto di nascosto dallo scriba Pawah nella tomba tebana di Pairi (n. 139). E' una lamentazione disperata rivolta al Dio assente, nella quale è chiamata “oscurità” l'assenza o il ritrarsi del Dio.

"Il mio cuore aspira ardentemente di vederti,
Volgiti nuovamente a noi, o Signore dell'eternità'
Tu eri qui quando ancora niente si era formato
e sarai qui quando essi saranno finiti.
Risplendi di luce, affinché ti veda!"

Nella “stele della restaurazione” di Tut-ankh-amon troviamo altre allusioni a questo terribile periodo di sbandamento religioso determinato dalla teoclastia, dalla distruzione degli dèi, dalla proibizione dei loro culti e dalla trasformazione in tabù dei loro nomi e delle loro immagini:
"Abbandonati erano i templi degli dèi
da Elefantina fino alle paludi del Delta
erano tramutati in cumuli di macerie
ricoperti di cardi.

Le loro cappelle erano come se non fossero mai esistite,
i loro templi erano ridotti a un sentiero.
Il paese era colpito dalla pestilenza
gli dèi avevano voltato le spalle a questa Terra."

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)