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giovedì 8 dicembre 2011

La superiorità intellettuale, morale e civile del laicismo. (La mala religione) 248

I laici, infatti, a differenza dei catto-ayatollah, essendo scrupolosamente rispettosi delle libertà individuali, non impongono niente ai credenti. Nessuno di questi è obbligato a divorziare, abortire, attuare la contraccezione e a fare qualsiasi cosa sia contraria alla sua fede.

Il credente, in uno Stato veramente laico, è assolutamente tutelato sotto l'aspetto religioso. Il laico invece, in uno Stato come l'Italia, pseudo-laico, perché la Costituzione è sistematicamente disattesa dalla casta politica totalmente prona al Vaticano, è del tutto oppresso.

Molti suoi diritti civili sono ancora negati. Le unioni di fatto, sempre più numerose, non sono riconosciute; la contraccezione e l'aborto vengono ostacolati con mille pretesti; la fecondazione assistita, un tempo fiore all'occhiello della sanità italiana, è ora resa quasi impraticabile e obbliga le coppie che la desiderano a recarsi all'estero; il testamento biologico è negato; l'eutanasia passiva, prevista dalla Costituzione, impedita in ogni caso; la sperimentazione con le cellule embrionali assolutamente vietata; la morte cerebrale, che di fatto cancella la mente e l'anima della persona colpita, riducendola ad un ammasso di cellule vegetative, considerata vita da mantenere con feroce accanimento nel degrado più spaventoso.

Perché? Perché la Chiesa, Stato nello Stato, obbliga i nostri politici ad imporre per legge la sua morale cattolica, col ricatto di negar loro il voto se non l'assecondano. Così gli italiani sono coercitivamente obbligati a vivere da cattolici a tutti i costi, anche se non sono credenti.

E questo perché la Chiesa sa che se non obbliga i suoi fedeli con la coercizione legale a seguire i suoi precetti, essi li violerebbero tranquillamente. Infatti, la pillola anticoncezionale è proibita dalla Chiesa e paragonata ad un assassinio, ma quasi tutte le donne la prendono, infischiandosene del divieto.

Quella abortiva e del giorno dopo invece, sono difficilmente reperibili, perché ostacolate in tutti i modi dalla sanità pubblica su pressione cattolica, sennò sarebbero anch'esse di uso comune.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)