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giovedì 22 dicembre 2011

Peccato e redenzione (Le due imposture su cui poggia il cristianesimo). Il mito biblico al vaglio della ragione. 35

II racconto prosegue (Gen 4) dicendo: “Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio.” Da dove salta fuori la moglie di Caino? E come fa egli a costruire da solo una città? E per chi?

Queste incongruenze così palesi sono la conferma che tutto il racconto biblico è falso e illogico. Le successive pagine della Genesi poi ci presentano altre mirabolanti storie del tutto inverosimili, cominciando da quella del diluvio, un'altra leggenda presa, di sana pianta, dalla mitologia babilonese.

Per cominciare, sono passate appena nove generazioni dalla creazione di Adamo e già il genere umano è riuscito a popolare gran parte della Terra. Come avranno fatto? Gli ominidi, nostri veri antenati, hanno impiegato milioni di anni per evolvere e popolare il nostro pianeta. Nella Bibbia bastano nove generazioni.

A questo punto, dio si pente della sua creazione perché l'umanità è diventata corrotta e malvagia e decide di sterminarla con un diluvio che coprirà l'intero globo.

Anche qui ci troviamo davanti alla leggenda quasi identica, fin nei minimi particolari, dell'epopea di Gilgamesh, creata a Babilonia nel 1600 a.C. (James George Frazer, Folk-lore in the Old Testament, vol. I, pagg. 104-136).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)