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sabato 24 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 54

Mosè non era il solo egizio a guidare le tribù in movimento. Lo accompagnavano tutti quei suoi compatrioti, ex seguaci di Aton, che si erano raccolti attorno a lui per servirlo e proteggerlo, e per proseguire la sua missione.

Questo gruppo costituirà la tribù dei Leviti, i futuri sacerdoti d'Israele. Costoro, pur essendo inferiori di numero, erano più forti per civiltà e dunque erano portatori di una tradizione che agli altri mancava (S. Freud, op. cit., pag. 365).

Il problema fondamentale che Mosè dovette affrontare quando diede inizio all'Esodo fu: come trasmettere ad una popolazione rozza, incolta e idolatra il nuovo concetto di un Dio unico? Come riuscirci senza fallire, senza cioè gettare le perle ai porci come aveva fatto Akhenaton? Come trasformare quell'accozzaglia informe di semiti in un popolo unito che mantenesse incontaminato e rigoroso il nuovo culto monoteistico?

Al fine di dare una esauriente risposta a queste domande così importanti, farò riferimento ad alcuni autori che trattarono l'argomento con particolare acume. Mi riferisco in particolare a J. Spencer, K.L. Reinhold e F. Schiller, già citati in precedenza.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)