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martedì 6 dicembre 2011

ll suicidio assistito di Lucio Magri ripropone agli italiani il diritto negato all'autoderminazione sulla propria vita e sulla propria morte.

L'italiano è il cittadino più sfortunato d'Europa. Costretto a vivere in uno Stato clericale dove vige la saharia cattolica e dove la classe politica, quasi nella totalità codarda, cadreghista e prona alla Chiesa, e totalmente succube ai Torquemada d'Oltretevere, se vuole un divorzio in tempi ragionevoli, deve recarsi all'estero; se vuole una fecondazione assistita eterologa deve fare altrettanto; se vuole costituire un'unione di coppia non trova nessuna protezione civile.

Ma, soprattutto, se arriva al punto di trovare la vita insopportabile, ridotta a solo inferno e tortura a causa di un'infermità terminale o di un mortale taedium vitae, non ha che l'alternativa di farsi morire in esilio, in terra straniera e senza il conforto degli affetti familiari.

Come è accaduto a Lucio Magri. E questo perché? Perché chi comanda in Italia (il Vaticano) lo impone col pretesto ipocrita che si tratta di “valori non negoziabili”, dedotti da dio.

Chi ciancia della volontà di dio è blasfemo sotto molti punti di vista. Anzitutto il dio da lui invocato è un dio chimerico la cui esistenza nessuno è mai riuscito a dimostrare.

Secondariamente, è un dio inventato dai sedicenti profeti con caratteristiche talmente ignobili da farlo apparire nella Bibbia come un essere sanguinario, feroce e crudele, la negazione totale del concetto di divinità. In terzo luogo chi attribuisce a questo dio i valori non negoziabili, cioè le parti più infondate e bischere della morale cattolica, contrabbandate per  legge naturale onde imporla a tutti i cittadini, in realtà attribuisce a dio la propria volontà, lucrando sulla circostanza che nessun dio potrà querelarlo per diffamazione.

Tornando alla vicenda di Magri, ci poniamo il quesito: il suicidio assistito, proibito dalla Chiesa e da uno Stato succube, è un diritto? Sì, in quanto è la manifestazione della sovranità di ogni individuo su se stesso, l’unica accettabile su questa terra.

Se poi qualcuno rinuncia a questa sua sovranità per ‘delegarla’ ad altri – la medicina, la scienza, dio – può farlo in piena libertà anche se ciò facendo la degrada ad “Instrumentum vocale”.

Per Lucio Magri la vita era diventata ormai solo tortura ma per liberarsene è dovuto andare in Svizzera, dove leggi umane e rispettose della volontà individuale lo consentono. Da noi il potere appartiene agli eredi morali e continuatori politici di Torquemada, colui che fece della Santa Inquisizione, inventata dalla Chiesa cattolica, il più raffinato, disumano e crudele meccanismo politico-religioso per imporre a tutti, mediante le torture e il rogo, le concezioni del mondo approvate e consentite dal papa e dai sui gerarchi.

Che ancora oggi in parte dobbiamo subire.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)