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lunedì 19 dicembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). L'adozione di Mosè. 52

È probabile, come giustamente osserva Freud nel saggio già citato, che nel periodo di gran conflittualità interna alla società egiziana, provocata dalla controreligione di Akhenaton e dalla successiva restaurazione, il monoteismo incentrato sulla figura divina del sole, abbia determinato una coincidenza, o meglio una simbiosi, tra la parte dissidente della società egiziana che aveva subito il tracollo del sistema di Akhenaton e le popolazioni immigrate, le quali, fino a quel momento, non erano state capaci di attribuirsi né un'identità né una forza come gruppo.

Quando, dopo la morte sospetta di Tut-ankh-Amon e l'avvento al trono dell'ambiguo gran sacerdote Ay, la situazione parve precipitare ulteriormente, Mosè, non tanto forse per il timore della sua incolumità personale, quanto piuttosto per l'intimo, irrefrenabile impulso a voler attuare con un nuovo popolo quella riforma religiosa che era stata il sogno della sua vita, decise di mettersi a capo delle tribù semitiche della sua provincia, liberarle dalla schiavitù e condurle verso la terra di Canaan da dove erano arrivate quattro secoli prima

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)