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giovedì 11 febbraio 2010

Il papa condanna la pedofilia nella Chiesa.

Papa Benedetto XVI ricevendo i partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la famiglia ha pronunciato un duro atto d'accusa contro quei membri della Chiesa che si rendono colpevoli di gravi reati sessuali a danno soprattutto dell'infanzia. Gli obbrobriosi crimini che ormai da molti anni stanno infangando la Chiesa Cattolica, riguardano le molestie e le violenze sessuali perpetrate da preti, suore e laici cattolici, su scolari e studenti di orfanotrofi, scuole, seminari e parrocchie da loro gestiti in Europa e in America.

Dopo le molte denunce fatte alcuni anni fa negli Stati Uniti (fino al 2003 ne sono state presentate 11.000), recentemente il «rapporto Murphy» pubblicato dal governo di Dublino ha denunciato come per decenni nella cattolicissima Irlanda siano stati perpetrati abusi su bambini da parte di esponenti del clero e come questi siano stati passati sotto silenzio da parte dei responsabili ecclesiastici che li avevano scoperti.

È di questi giorni un ennesimo grosso scandalo che sta scoppiando in Germania (vedi post del 9 febbraio) per lo stupro di molti studenti di alcune delle più prestigiose scuole superiori cattoliche di quel Paese. Di fronte a questi fatti, certamente ignominiosi per la Chiesa, viene da chiedersi: i recenti abusi sessuali degli ecclesiastici sono dovuti ad una recrudescenza della piaga, o, piuttosto, sono sempre esistiti e soltanto ora, vincendo paure, imbarazzi e vergogna, vengono finalmente allo scoperto? Purtroppo è questa seconda ipotesi a spiegare il fenomeno.

La Chiesa da sempre si è battuta con ferocia inaudita per impedire che i suoi colpevoli ministri venissero incriminati e, se condannati, li ha imboscati in modo che non finissero in carcere. Per di più, con sommo cinismo, ha tentato in tutti i modi di non risarcire le vittime dei soprusi patiti. A voler imporre il silenzio, anzi il “segreto pontificio” sui reati gravi commessi dai religiosi, è stato proprio l’attuale papa Ratzinger quando, da cardinale, era a capo della Congregazione per la dottrina della fede (la vecchia Inquisizione).

Con una ben precisa circolare “De Delictis Gravioribus”, inviata ai vescovi di tutto il mondo il 18 maggio 2001, egli ha imposto il segreto su questi orribili abusi.
Nel 2005, a causa di questa circolare, Ratzinger è stato incriminato negli Stati Uniti per cospirazione contro la giustizia dalla Corte distrettuale di Harris County.

Ma nel settembre dello stesso anno, il ministero della Giustizia degli Usa, per intervento di Bush e di Condolezza Rice, ha bloccato il processo contro di lui, in quanto, essendo diventato nel frattempo papa, cioè sovrano dello Stato pontificio, aveva diritto all’immunità riconosciuta a tutti i capi di Stato. Ora che Benedetto XVI sceglie parole forti per condannare i suoi colpevoli ministri intende forse, obtorto collo, rinnegare quella sua, non certo cristiana, circolare?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)