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mercoledì 24 febbraio 2010

La «millennial generation»

I Millennials, cioè i nati tra il 1980 e il 2000, sono la nuova generazione d’Oltreoceano. Secondo una ricerca americana condotta da Pew Forum on Religion & Public Life, questa generazione, definita anche nativa digitale o Generazione Y, oltre a contraddistinguersi per la sua assoluta familiarità con la comunicazione, i media e la cultura digitale, è molto pragmatica e soprattutto atea.

Rispetto ai loro padri o ai loro cugini più grandi (nati tra il 1965 e il 1980) i Millennials sono molto più tolleranti rispetto a questioni essenziali, come l'accettazione dell'omosessualità e in generale della diversità, privilegiano nuovi valori morali imperniati su una vera e autentica cultura della solidarietà e dell’accoglienza e si professano più sensibili e rigorosi nella difesa della libertà individuale e nel rifiuto dell'ipocrisia sociale.

La situazione religiosa Oltreoceano sta quindi cambiando rapidamente. Un americano su 4 (ovvero il 25 per cento) al di sotto dei trent’anni non è affiliato ad alcuna religione e si definisce «ateo», «agnostico» o «niente di particolare».

Salendo nell'età le cose cambiano ma la disaffezione religiosa è sempre molto forte. Il 19 per cento dei trentenni, il 15 per cento dei quarantenni e il 14 per cento dei cinquantenni sono sullo stesso piano. Solo gli ultrasessantenni sono ancora in maggioranza plagiati dalla religione. La generazione emergente è convinta nel 55 per cento dei casi che l’evoluzione sia la spiegazione più convincente dell’esistenza della vita sulla Terra e manifesta un progressivo, galoppante e inesorabile distacco dal creazionismo e quindi dalla religione.

Ciononostante i Millennials si dichiarano spirituali ma di una spiritualità nuova che affonda le radici nell'essenza umana che si trova in ciascuno di noi e non in una trascendenza campata in aria. Sarebbe importante che qualche istituto di ricerca facesse una approfondita indagine anche sui Millennials italiani. Forse potremmo trovarci di fronte a qualche eclatante sorpresa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)