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giovedì 4 febbraio 2010

A proposito del battesimo di Gesù (“L'invenzione del cristianesimo”) 21

Col battesimo iniziatico, Gesù, che sicuramente era un suo seguace, ricevette dal lui una specie di investitura a proseguire la sua opera, nel caso fosse stato tolto di mezzo. Difatti, i due avvenimenti: l'arresto del Battista e l'inizio dell'attività pubblica di Gesù, coincidono cronologicamente.

Notiamo, anche a proposito del Battista, chiare discordanze tra gli evangelisti. Luca, ad esempio, sostiene che il Battista e Gesù erano parenti stretti (cugini) e contemporanei d'età (Luca 1), mentre per Giovanni non si conoscevano affatto (Giovanni 1,31). Ma non è tutto. Ci sono altre incongruità che non trovano spiegazioni. Ad esempio: se il battesimo di Giovanni era di carattere espiatorio, aveva cioè lo scopo di ottenere la remissione dei peccati, quali colpe aveva Gesù, Figlio di Dio, da farsi perdonare? Le contorsioni teologiche escogitate dai dottori della Chiesa per conciliare una tale incongruenza sono semplicemente ridicole. Per Tommaso d'Aquino col battesimo di Gesù il Signore avrebbe solo voluto santificare l’acqua.

E, ancora, se al momento del battesimo Giovanni proclama Gesù il futuro Messia, perché nello stesso Vangelo, otto capitoli dopo, mentre è in carcere, mostra di aver del tutto dimenticato questo clamoroso evento, e a dispetto del cielo aperto, della colomba e della voce dello Spirito Santo, manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù: “Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo attendere un altro?” Immaginate l'imbarazzo della Chiesa di fronte a questa smemoratezza del Battista!

E, per concludere: se il battesimo per Gesù fu così importante, come ci fanno notare i Vangeli, perché durante la sua attività pubblica Gesù non battezzò mai nessuno, nemmeno i suoi discepoli? Qualcuno potrebbe obiettare che gli apostoli ricevettero da Gesù l’ordine di battezzare in nome della Trinità, come nel Vangelo di Matteo «E dunque, andate e insegnate a tutti i popoli e battezzateli in nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo...» (Matteo 28,19).

Si tratta di un ennesimo falso messo in evidenza da due considerazioni. Anzitutto, al tempo di Matteo, nessuno era a conoscenza della Trinità, la cui formulazione avvenne soltanto nel IV secolo col secondo Concilio ecumenico del 381, che inserì il dogma della Trinità nel cosiddetto credo niceno-costantinopolitano. In secondo luogo, Matteo si contraddice avendo scritto in precedenza, proprio nel suo Vangelo, che Gesù aveva esplicitamente vietato il missionariato presso i non ebrei. “Non andate tra i pagani e non entrate in nessuna città dei samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele.” (Matteo 10,5-6). Quindi il battesimo cristiano nasce, come vedremo in seguito, non da Gesù e i suoi apostoli, ma da Paolo, che lo derivò da quello pagano dei riti iniziatici delle Religioni Misteriche.

Comunque sia, l'influenza del Battista su Gesù fu senza dubbio determinante per la sua futura missione ed è valsa come una solenne investitura a Messia d'Israele.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)