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martedì 16 febbraio 2010

Le unioni gay sempre più nel mirino della Chiesa

In questi giorni il cardinale Caffarra di Bologna e l'arcivescovo Poletto di Torino hanno sferrato l'ennesimo, durissimo attacco al matrimonio tra gay affermando: “Chi riconosce le unioni gay non può essere un cattolico”, e ribadendo «l’obbligo dello Stato di non equiparare» i due tipi di matrimonio in quanto sarebbe «pubblicamente e gravemente immorale» un eventuale voto in Parlamento sulla loro equiparazione”.

Chiarissimo monito ai nostri politici di imporre, coercitivamente, la morale cattolica come legge di Stato a tutti i cittadini anche a quella parte di loro (e sono ormai la maggioranza) che non la vogliono per niente. Per condannare le unioni dei gay i due prelati ripetono la solita tiritera (ormai un disco rotto): «l’unione omosessuale è privata in se stessa della capacità di generare nuove vite».

Secondo questo assurdo, millantato precetto voluto da dio, il matrimonio e la sessualità hanno il solo, unico vero scopo la procreazione. Ma dio non esiste. Nessuna prova dimostra la sua esistenza. Quindi questo precetto è fasullo, inventato da menti ottenebrate. L'uomo non è stato creato da dio ma dalla natura, come dimostra l'evoluzionismo darwiniano, che è scienza, non favola mitica come la religione.

Quindi l'uomo deve seguire la sua natura, prettamente umana, che lo porta. alla convivenza affettiva, alla solidarietà, alla socialità, all'amicizia, al reciproco aiuto e assistenza e all'appagamento sessuale non solo per un fine procreativo ma anche, e soprattutto, per il soddisfacimento della sua affettività. Questi sono i veri aspetti umani e sociali del matrimonio non quelli fasulli imposti dalla Chiesa.

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, attaccato dall'arcivescovo della sua città, Severino Poletto, per aver espresso la sua intenzione di partecipare alla celebrazione di un matrimonio, puramente simbolico, fra due donne che stanno insieme da otto anni, con una cerimonia che si terrà il 27 febbraio alla Rotonda del Valentino, ha così risposto all'insigne porporato : “...sono convinto della necessità che il Parlamento doti la nostra comunità di una legge per le unioni civili da affiancare al matrimonio: uno strumento che consenta alle persone omosessuali ma anche a tutti coloro che in un determinato momento della loro vita possano averne bisogno, di consolidare simbolicamente il loro affetto e al tempo stesso garantirsi reciprocamente da un punto di vista giuridico senza ricorrere a forme privatistiche”.

Parole profondamente umane e laiche che hanno suscitato il plauso di tutto il mondo gay e di molti esponenti della sinistra, ma anche gli attacchi della destra oscurantista, che nel privato se ne un baffo dei precetti della Chiesa, ma pubblicamente, per motivi elettorali, si prona totalmente al Vaticano.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)