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giovedì 25 febbraio 2010

Massiccia ingerenza vaticana contro l'uso della pillola RU486 in Italia

Sono più di vent'anni che in tutto il mondo la pillola abortiva RU 486 è d'uso comune perché consente l'aborto farmacologico al posto di un cruento intervento chirurgico, e permette quindi alla donna di interrompere una gravidanza indesiderata in modo indolore e meno traumatico e per di più, da statistiche mondiali, risulta più innocua di un'aspirina.

Ma il Vaticano, appoggiato dalla parte più oscurantista e retriva dei politici italiani, ha ostacolato in passato in tutti i modi la sia introduzione nel nostro Paese adducendo la panzana, sconfessata da tutti i ginecologi, che è pericolosa per la salute delle donne.

La verità, invece, è un'altra. Per la Chiesa l’aborto è un gravissimo peccato e quindi va almeno pagato, e la sofferenza fisica sembra il prezzo più appropriato. Quindi niente aborto terapeutico e indolore. Alla Chiesa non interessa il benessere fisico dei suoi fedeli e nemmeno evitare sofferenze inutili ma soltanto la cieca obbedienza ai suoi principi antiumani, piovuti dall'alto.

Ecco quindi che a pochi giorni dal debutto italiano della pillola abortiva il vescovo Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia accademia della vita, chiede al governo italiano di bloccarne l'uso ben sapendo che molti politici, sempre felici di violare l'artico 32 della nostra Costituzione lo asseconderanno rendendo sempre più il nostro Paese simile ad un protettorato pontificio e a zimbello d'Europa.

Per Sgreccia e per i molti politici traditori della nostra Costituzione, l’autonomia decisionale di uno Stato sovrano (che sarebbe l’Italia) e quella delle istituzioni che per legge hanno la delega alla salute dei cittadini, sono carta straccia. L 'Italia deve sottostare alla teocrazia vaticana e, tra tutti gli Stati d'Europa, vedersi negare i più elementari diritti civili.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)