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sabato 20 febbraio 2010

Scegliamo il matrimonio laico

Il matrimonio civile sta diffondendosi rapidamente in Italia. Nel 1936 i matrimoni civili nella nostra penisola erano solo l’1,4 per cento del totale. Attualmente siamo vicini al 40% con punte massime del 60% in Friuli-Venezia Giulia e in Trentino-Alto Adige.

Il sud è ancora molto arretrato sotto questo aspetto e fatica ad arrivare in certe regioni al 15%. Se però mettiamo insieme gli sposati civilmente coi divorziati e i conviventi (coppie “non autorizzate” dalla Chiesa cattolica e sempre più diffuse anche al sud), i matrimoni religiosi sono ormai in minoranza nel nostro Paese.

Il matrimonio è, peraltro, un istituto in decadenza in tutta Europa. Le persone adulte che non si sono mai sposate sono quasi il 30% in Italia e ancor di più all'estero. Molti (più di quanto si pensi) accettando di sposarsi con rito religioso anche se non sono credenti.

Lo fanno non solo per accontentare parenti, amici e colleghi, quindi per non “turbare” la propria cerchia di conoscenze, ma anche perché la cerimonia religiosa è più sontuosa e coreografica. La vedono, specie nel sud, come uno status simbol, anche se diventa spesso così costosa da richiedere l'impiego di anni per pagarne le spese.

Purtroppo molti Comuni per ristrettezze o, più furbescamente, perché condizionati dalla Chiesa, non mettono a disposizione sale ed edifici di particolare bellezza per i matrimoni civili per cui questi vengono celebrati in tono decisamente minore. Ma in compenso sono molto meno dispendiosi e più facili sotto l'aspetto burocratico.

Inoltre la legge attuale consente agli sposi laici di scegliere come celebrante un parente od un amico e quindi di creare una cerimonia familiare. Da qualche anno sta entrando in Italia l'uso del matrimonio laico-umanista, un istituto nordeuropeo, molto diffuso nei paesi non cattolici (Regno Unito, Olanda, Paesi scandinavi), che prevede, dopo la firma in Municipio, la partecipazione di un “officiante laico” che legge un testo preparato da lui o dalla coppia stessa per rendere la cerimonia molto più umana e partecipativa.

Dato l'ormai assoluto appecoramento dei nostri politici alla teocrazia clericale, è sempre più importante che i non credenti, in costante aumento, si rendano conto che il matrimonio religioso, come il battezzo dei figli, è un comportamento debole e ipocrita che rafforza la Chiesa consentendole di diventare sempre più invadente nelle istituzioni dello Stato e sempre più oppressiva nella vita privata dei cittadini. Il non credente, quindi, deve scegliere per coerenza soltanto il matrimonio civile.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)