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domenica 28 febbraio 2010

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 7^

Impiegarono quasi una settimana per arrivare a destinazione. Al loro arrivo furono accolti con gran gioia dal vecchio rabbino Zaccaria e da sua moglie Rut, che avevano predisposto per loro una piccola casa nei pressi della sinagoga. Per Isacco, che da giovane aveva vissuto per un lungo periodo dallo zio, fu un ritorno gradito ai luoghi della fanciullezza e della prima giovinezza.

Molti vecchi amici e lontani parenti vennero presto a fargli visita e ognuno elogiò la bellezza e la grazia della sua nuova sposa. Egli fu molto grato a tutti per la calorosa accoglienza e fece capire che intendeva subito occuparsi del suo nuovo lavoro. Si cercò due garzoni e con loro partì, per alcuni giorni, alla ricerca e all'acquisto del legname necessario.

Giuditta, nonostante la sua timidezza, riuscì in breve a stringere molte amicizie e ad integrarsi facilmente nel nuovo ambiente. La zia Rut la invitava spesso da lei perché temeva che si sentisse sola nelle lunghe ore, durante le quali lo sposo si assentava per il lavoro. Lei accettava volentieri i suoi inviti ma talvolta preferiva rimanere tranquilla nella sua casetta. Aveva molto su cui riflettere. Ormai era certa della gravidanza. Mille piccoli segni glielo facevano intuire.

A Isacco, sempre molto affettuoso ma discreto, non volle manifestare i suoi pensieri in proposito. Decise di aspettare di esserne certa. Temeva, in cuor suo, che la notizia della sua gravidanza lo avrebbe ferito e preferiva affrontare l'argomento il più tardi possibile. Ma egli, segretamente, la osservava con grande attenzione e non tardò a rendersi conto della nuova situazione.

Una sera, dopo che ebbero finito di cenare, mentre Isacco sorseggiava del vino e Giuditta del succo di melagrana, egli le cinse il collo col braccio, la strinse affettuosamente a sé e le disse: "Non temere Giuditta di dirmi la verità. Se aspetti un bambino, io ne sarò immensamente felice".

"Sì, credo proprio di sì", rispose lei scoppiando in un pianto dirotto e gettandogli le braccia al collo. Sembrava volesse farsi perdonare da lui.
Egli la strinse con forza e si commosse sentendo le sue lacrime bagnargli il viso. La baciò con tenerezza, le accarezzò i capelli e senti, per la prima volta, che il cuore di Giuditta batteva per lui e ne fu felice.

"Non sentirti in colpa, mia diletta" le sussurrò. "Tu sei innocente come una colomba e il figlio che mi darai sarà per me un graditissimo dono".
Stettero a lungo abbracciati così e per la prima volta si sentirono uniti. Quella notte dormirono nello stesso letto e finalmente Isacco conobbe Giuditta e la trovò tenera e dolcissima.

La notizia che Giuditta aspettava un bambino parve a tutti quasi ovvia ma parenti e amici si congratularono con Isacco che finalmente, dopo un lungo periodo d'attesa, stava per diventare padre. Nessuno sospettò minimamente qualcosa d'irregolare nella faccenda perché entrambi gli sposi erano stati molto vaghi circa il tempo delle loro nozze.

Intanto Isacco stava attraversando un periodo di grande gioia. Giuditta, ora che si era stabilita tra loro la più completa intimità, si rivelava, ogni giorno più, una moglie affettuosa e tenera; il lavoro procedeva molto bene e la prospettiva di diventare, entro breve tempo, padre, lo elettrizzava. In cuor suo sentiva che avrebbe amato il nascituro come fosse realmente suo.

La spiacevole sensazione, che per lunghi anni lo aveva tormentato, d'essere lui la causa dell'infertilità della prima moglie, ormai era scomparsa del tutto. Un figlio, anche se non suo, era in arrivo e questa era la cosa più importante. Se poi ne fossero arrivati degli altri, come profondamente desiderava, avrebbe lodato e ringraziato il Signore.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)