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venerdì 25 giugno 2010

Come da un mito falso nasce una religione ritenuta vera

Tutte le religioni nascono da miti. Se noi le analizziamo con qualche neurone del nostro cervello, ci risultano subito essere della favole infantili. Ad esempio, la religione cristiana nasce dal mito di Adamo ed Eva, inventato dai sumeri molti secoli prima che la Bibbia lo scoprisse.

Che la storia della mela fatale e del serpente ingannatore possa essere ritenuta vera da una persona normale, mi è difficile crederlo. Oddio! Alla stupidità umana non c'è limite!

Quello che stupisce è che da una favoletta così stupida, imperniata sul morso ad una mela proibita, siano derivati, secondo la nostra religione, tutti i mali che affliggono il nostro pianeta e che l'uomo abbia ereditato una colpa ancestrale così grave da spingere dio ad immolare il suo figlio prediletto per rimediarla. Con grave ritardo, però, perché nonostante l'uomo sia apparso sulla Terra da più di un milione di anni solo da appena venti secoli dio si è ricordato che bisognava salvarlo da questa grave colpa.

E tutti gli altri esseri umani vissuti prima di Cristo dove li buttiamo? Perché loro ignoravano la vicenda della mela e non sentivano nessuna necessità di redimersi? Misteri della fede, direbbe il credente incallito. Sarà! Ma cerchiamo di rispondere al quesito iniziale: perché da un mito falso e stupido nasce una religione considerata vera? La risposta non è facile.

Potrebbe essere successo che i nostri antichi progenitori di fronte al dramma della vita breve, dura e spietata cui era sottoposti, e che si concludeva inesorabilmente con la morte, spesso violenta, non essendo capaci, allora, di trovare una spiegazione razionale al dilemma, data la loro abissale arretratezza, dovettero giocoforza ricorrere ai miti e alle fabulazioni magiche.

Come scrive Lucrezio nel De rerum Natura “è stata la paura a creare gli dèi”. Queste credenze magiche, ripetute con tenace persistenza attraversi i millenni, provocarono, in modo evolutivo, la nascita di un'area del cervello propensa alle connessioni natura-divino - una specie di area del divino – sulla quale sta indagando oggi la neurobiologia (vedi The God Gene di Dean H. Hamer).

Gli elementi contraddittori e fantastici di questi miti anziché indebolire le credenze magiche le hanno ancor più fissate nella memoria collettiva e la loro trasmissione, col passare del tempo, si è ulteriormente sviluppata. Per di più dobbiamo tener presente anche che il loro insegnamento, inculcato nella prima infanzia, come avviene ancor oggi nelle parrocchie e nelle madrase islamiche, produce una specie di imprinting del quale poi è quasi impossibile liberarsi, dal momento che continua a operare quale che sia la successiva evoluzione culturale delle persone.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)