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martedì 22 giugno 2010

I mali moderni provengono da Galileo.

Nella sua visita a settembre nel Regno Unito, che si preanuncia sempre più ostica, Benedetto XVI troverà un premier britannico che non condivide le sue posizioni su aborto, contraccezione, ricerca scientifica e che gli chiederà di agire con maggiore energia contro i preti pedofili, ma, in compenso, troverà dalla sua parte il principe Carlo, erede del trono britannico, che ultimamente, con sommo stupore degli inglesi, si è eretto a “defensor fidei”.

Il principe la scorsa settimana ha tenuto ad Oxford un discorso che merita di essere esaminato. È universalmente risaputo che il primogenito di Elisabetta II è molto interessato alla salvaguardia dell’ambiente. Ad Oxford, trattando appunto questo argomento, ha affermato, suscitando non poco stupore, che il principale problema che oggi travaglia il nostro pianeta sorge da «una crisi interiore e profonda dell’anima» e che la de-animazione dell’umanità risale probabilmente a Galileo.

Traducendo in soldoni il suo pensiero: il materialismo e il consumismo che oggi hanno investito tutti i popoli della Terra, rappresentano uno squilibrio, «dove il pensiero meccanicista è predominante» in quanto la natura è ormai considerata un oggetto e ci siamo concentrati sull’aspetto materiale della realtà, secondo lo schema di Galileo. Il principe ha così riaffermato pubblicamente un cosa più volte ripetuta in passato, che cioè da re vorrà erigersi a «difensore della fede» come il suo antenato Enrico VIII, fondatore della Chiesa anglicana, e quindi implicitamente nemico del progresso e della scienza.

Molta stampa inglese ha considerato le esternazione del principe alla stregua di una facezia inquietante. Anche uno scolaretto delle elementari sa che tutti siamo fortemente debitori a Galileo per averci emancipato dalla stupida credenza in un sistema centrato sulla Terra o sull’uomo (per non dire su dio) e di aver posto le basi della vera scienza che ci ha consentito di fare progressi straordinari nell’ambito della conoscenza e del benessere materiale.

Viene da pensare all’infaticabile e illuminante lavoro degli scienziati inglesi, da Isaac Newton a Joseph Priestly a Charles Darwin a Ernest Rutherford a Alan Turing e Francis Crick, lavoro costruito in gran parte sulle spalle di Galileo e Copernico. Nessuna delle scoperte liberatorie che ci hanno dato questi scienziati ha richiesto una qualche opinione circa un’anima.

Per buona sorte degli inglesi quando il principe Carlo, ereditando il trono, diverrà capo di Stato, capo delle forze armate, capo della Chiesa di Inghilterra, il suo vero potere sarà ininfluente, in termini meramente costituzionali, in quanto la monarchia inglese regna ma non governa.

Il vero potere sarà nelle mani di uomini, eletti democraticamente, che non pretendono di essere "defensores fidei" ma, più modestamente, solo interessati a promuovere il benessere dei cittadini e la difesa della loro libertà.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)