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martedì 29 giugno 2010

Per i belgi la giustizia viene prima della tonaca

La Chiesa belga, a seguito delle ultime denunce degli abusi sessuali di preti pedofili, ha subito in questi giorni, da parte della polizia, una serie di perquisizioni effettuate nella sede di due arcivescovadi e perfino nelle cripte di alcune cattedrali.

Era alla ricerca di dossier sulla pedofilia che si presume siano nascosti in alcune sedi ecclesiastiche e nella tomba di alti prelati. I poliziotti avrebbero utilizzato perfino martelli pneumatici durante le loro ricerche.

Secondo il quotidiano fiammingo De Morgen :«Se dai dossier sequestrati dovesse emergere che alcuni ordini religiosi hanno impedito sistematicamente, per decenni, che i pedofili potessero essere giudicati, allora per la legge formerebbero un'organizzazione criminale. È complice anche chi aiuta a garantire l'impunità».

La priorità del giudice Wim De Troy, che conduce l'inchiesta, scrive il quotidiano vallone La Derniere Heure, è di stabilire se il comportamento della Chiesa, «da più di venti anni», può costituire «complicità in senso penale».

Durissime le reazioni delle gerarchie vaticane. Il papa ha definito «deplorevoli e sorprendenti» le perquisizioni compiute dalla polizia belga, mentre il cardinale Tarcisio Bertone ha dichiarato: «È un fatto grave e inaudito. Non ci sono precedenti nemmeno nei regimi comunisti». Naturalmente la Chiesa, in base alla sua dottrina teocratica, si ritiene intoccabile e al di sopra di ogni legge e di ogni Stato.

Ma il primo ministro belga Yves Leterme non ha battuto ciglio, ha anzi commentato che “chi ha commesso abusi deve essere perseguito e condannato secondo la legge belga”, aggiungendo che le investigazioni “sono la prova che in Belgio esistono poteri separati tra Stato e Chiesa”.

Da notare che Leterme è un democristiano. Per il quale evidentemente la seconda parte dell’etichetta è più importante della prima: democratico. E in democrazia la magistratura è indipendente, “soggetta solo alla legge” e non guarda in faccia a nessuno, vescovo che sia.

La Conferenza Episcopale del Belgio, a differenza delle gerarchie vaticane, ha reagito con compostezza e civiltà precisando che «i vescovi hanno sempre detto di avere fiducia nella giustizia e nel suo lavoro. La presente perquisizione viene accolta con la stessa fiducia e perciò, per il momento, essi si astengono dal fare ulteriori commenti».

E l'opinione pubblica belga? Compatta con la giustizia. Sul caso degli abusi sessuali perpetrati dai preti, la gente chiede che a fare chiarezza sia  la magistratura e non la casta dei sacerdoti. Questa è l'Europa laica e democratica nella quale i vescovi non sono coperti dall'omertà garantita dallo Stato, come da noi.

Ora immaginate solo per un istante che in Italia fosse accaduto qualcosa di simile. Apriti cielo! Tutta la nazione perbenista, governo in testa, e tutti i politici (bipartisan) proni e appecorati al Vaticano, sarebbero insorti lancia in resta contro la giustizia temeraria e naturalmente rossa e anticlericale.

Per il giudice che avesse osato tanto si sarebbero aperte, come minimo, le porte del manicomio, e i media all'unisono (tranne forse qualcuno in odore di eresia) avrebbero gridato al complotto contro la Chiesa. Avremmo visto uno spettacolo indecoroso, da vergognarci di essere italiani.

In Italia le sepolture nelle chiese sono extra-territoriali e il clero può seppellirci chi vuole. Anche i delinquenti della banda della Magliana. come nella Basilica di S.Apollinare a Roma. E nessun giudice oserà andare a vedere chi o cosa c'è dentro.

Inevitabile la domanda: se il Belgio appartiene all’Europa laica e democratica, questa nostra Italia a cosa apparterebbe?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)