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venerdì 18 giugno 2010

L'otto per mille in dettaglio

In questi giorni ci imbattiamo spesso negli spot televisivi con cui la Chiesa chiede l'otto per mille agli italiani. Sono brevi filmati che mostrano come essa, con quel miliardo di euro che riceve dallo Stato, dà assistenza ai disabili e agli anziani, sostegno ai Paesi in via di sviluppo, accoglienza dei senza tetto e via discorrendo: cioè, in estrema sintesi, svolge tutte le attività che nel linguaggio corrente vengono chiamate "opere di carità".

Ma ciò corrisponde al vero? Assolutamente no. All’indirizzo internet della CEI è possibile consultare il rendiconto di spesa dei fondi assegnati alla Chiesa con l’otto per mille che ci riserva alcune sorprese. Ecco come, ad esempio, sono stati spesi i fondi assegnati nell'anno 2005:

Sacerdoti € 315.000.000
Culto e pastorale € 271.000.000
Edilizia di culto € 130.000.000
Carità € 115.000.000
Terzo mondo € 80.000.000
Beni culturali € 70.000.000
Fondo di riserva € 3.000.000
Totale dei fondi € 984.000.000

Come si vede l'importo più significativo si riferisce al sostentamento dei sacerdoti, che attraverso questo meccanismo ricevono il 57% del loro stipendio. Se poi prendiamo in considerazione che un ulteriore 22% del fabbisogno per il mantenimento del clero viene finanziato attraverso gli stipendi dei sacerdoti che lavorano -come ad esempio gli insegnanti di religione-,arriviamo alla conclusione che, in un modo o nell’altro, lo Stato mantiene i sacerdoti per una cifra che sfiora il 70%. Si tratta di una quota decisamente sostanziosa.

La seconda voce di spesa (circa il 28% del totale), è denominata “Culto e Pastorale” e comprende il finanziamento di opere pastorali, quali famiglie religiose, tribunali ecclesiastici regionali, formazione del clero, catechesi, facoltà teologiche e istituti religiosi e così via.

Tirando le somme i risultati sono decisamente sorprendenti, perché oltre il 70% dei fondi ricevuti con l’otto per mille sono stati destinati a utilizzi che non corrispondono affatto a quelli reclamizzati negli spot televisivi, ma al mantenimento dell’apparato della Chiesa Cattolica, dei suoi dipendenti e dei suoi fabbricati.

Solo una piccola percentuale perciò va in beneficenza vera e propria. Quindi per ogni dieci euro di IRPEF che il contribuente decide di versare nelle casse della Chiesa Cattolica, solo un paio vengono effettivamente destinati alle lodevoli finalità proclamate negli spot televisivi.

Se a ciò aggiungiamo che più della metà dei soldi che la Chiesa riceve provengono da persone che neanche sanno di averglieli dati, in quanto non hanno indicato alcuna scelta, vi rendete conto di che sorta di inghippo è questo otto per mille.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)