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giovedì 24 giugno 2010

Costantino concede la libertà di culto ai cristiani (“L'invenzione del cristianesimo”) 137

L'imperatore Costantino, che con l'editto di Milano del 313 diede la libertà di culto ai cristiani e pose fine alle loro persecuzioni, era un seguace del culto solare del dio Mitra, diffusissimo in oriente ed anche a Roma. Dovendo affrontare uno scontro durissimo col suo rivale Massenzio, chiese ed ottenne l'appoggio dei cristiani del suo esercito, e, come contropartita, riconobbe loro la libertà di religione.

Ricorrendo alla pia favoletta della visione di Costantino, la Chiesa trasformò la sua vittoria su Massenzio in una vittoria di Dio sul paganesimo.
In realtà Costantino, spietato e lucido politico, si era reso conto che il cristianesimo era ormai vincente e che invece di combatterlo, come aveva fatto poco prima Diocleziano inutilmente, conveniva istituzionalizzarlo e in tal modo controllarlo e assoggettarlo all'Impero. Da nemico, trasformarlo in un alleato sottomesso onde togliergli ogni residua carica eversiva.

D'altra parte la dicotomia tra il cristianesimo e il giudaismo messianico era ormai conclusa da molto tempo ed era divenuta irreversibile. Secondo l'esortazione paolina i cristiani dovevano sottomettersi alle autorità temporali, accettare le disuguaglianze sociali, obbedire ai magistrati e ai funzionari dell'Impero e riconoscere la schiavitù. Erano quindi totalmente inseriti nell'ordinamento dello Stato e non destavano più preoccupazioni di ordine politico e sociale.

Una volta riconciliatosi col cristianesimo, Costantino favorì la Chiesa cattolica con ogni sorta di privilegi e con beni e donazioni. A sue spese fece edificare molte chiese dotandole di vaste proprietà; donò al vescovo romano il palazzo del Laterano, che divenne per molti secoli la sede papale; esentò il clero cattolico da ogni gravame fiscale ed equiparò la legislazione ecclesiastica a quella imperiale.

Nel 321 concesse ai privati il permesso di fare donazioni alla Chiesa, accrescendone possedimenti e ricchezza. La Chiesa, pienamente mondanizzata, perché divenuta ricca e potente, si trasformò rapidamente in una istituzione imperiale, sotto la supervisione dell’Imperatore, e l'alleata più sicura di uno Stato che sfruttava pesantemente i suoi sudditi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)