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mercoledì 9 giugno 2010

Il Trattato di Lisbona ha determinato la “vaticanizzazione” dell’Unione Europea.

Dopo aver ridotto l'Italia ad un protettorato vaticano, la Chiesa Cattolica sta vaticanizzando l'Europa.

Le gerarchie di Santa Romana Chiesa, con una massiccia azione diplomatica, coadiuvata dalle loro potenti Lobbies , sono riuscite, spesso in forma surrettizia e quasi ignorata dalla maggior parte degli eletti di Strasburgo, a fa introdurre nel Trattato Europeo di Lisbona, in vigore dal 1°dicembre 2009, i cosiddetti “diritti istituzionali” che consentono alla Chiesa cattolica di intervenire ufficialmente nei progetti di legge prima che arrivino nell'aula del Parlamento, quindi di partecipare de facto al processo legislativo europeo.

Una cosa inaudita e di una gravità mostruosa perché consente ad uno Stato autoritario, teocratico, senza una popolazione da rappresentare, senza democrazia, senza elettività come il Vaticano, di introdursi nel sistema di democrazia rappresentativa dell'Europa, delegittimandone il parlamento.

Infatti questi “diritti istituzionali” sottintendono l’incapacità degli eletti cattolici di rappresentare le istanze dei propri elettori, e per di più sanciscono che gli elettori cattolici vengono rappresentati due volte a scapito del principio di uguaglianza dei cittadini. La vittima di tutto ciò è lo Stato di diritto, cardine della nostra democrazia e del suo bene più prezioso: la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

I “diritti istituzionali”, oggi resi attuabili dal Trattato di Lisbona, spalancano la porta all’intrusione della Chiesa negli affari dell'Europa, esattamente come avviene in Italia dove e il papa (capo di uno Stato straniero) ingiunge ai medici e ai farmacisti italiani di trasgredire le leggi dello Stato contrarie alla dottrina morale cattolica.

Un’ingiunzione dal contenuto eversivo, accolta con appecorata compunzione da una classe politica priva di senso dello Stato e incapace di difendere la legalità. Autentico trionfo della clerocrazia

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)