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sabato 12 giugno 2010

Paolo era uno gnostico? (“L'invenzione del cristianesimo”) 127

L'incarnazione di Cristo, e quindi la sua natura umana, nella prima metà del secondo secolo non veniva negata solo da Marcione ma anche da molti altri teologi e vescovi del tempo, come Papia, Carpocrate, Valentino, Nicola, Basilide e i Doceti.

Ma come nasce il Cristo Gnostico? E' singolare il fatto che Marcione nel 140 porti a Roma il suo vangelo gnostico assieme alle Lettere di Paolo. C'è una connessione tre le due cose?

Marcello Craveri, senz'altro uno dei massimi studiosi della materia, ha sottolineato il carattere tipicamente gnostico di alcune importanti Lettere di Paolo di Tarso. A questo proposito basterebbe citare dalla Lettera ai Filippesi il seguente versetto: "Cristo pur essendo di natura divina, spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini ci è apparso in forma umana" (Filippesi. 2, 6). Negazione chiara della sua terrenità.

A collegare Paolo alla gnosi, oltre alle Lettere, ci sono molti altri argomenti. Anzitutto, le ripetute visioni celesti dell'apostolo che alludono all'illuminazione di tipo gnostico; poi il fatto, rilevato da molti, che Paolo non accenna mai alle origini terrene di Gesù, alle parabole, ai miracoli, ai personaggi e agli eventi più importanti della sua vita, come la Passione; inoltre, evita chiaramente di chiamarlo per nome (25 volte in tutto) ma in compenso lo nomina col nome di “Cristo” 378 volte, e si riferisce esclusivamente a lui come ad una entità spirituale ultraterrena proiettata in un ambito mitico e metafisico (E.Dujardin, Ancient History of the God Jesus, C.A. Watts & Co, London, 1938).

I pochi riferimenti storici, riportati nelle epistole, riferibili ad una reale esistenza terrena di Gesù, secondo alcuni studiosi, sarebbero stati aggiunti posteriormente.

Tutto ciò potrebbe far supporre che Paolo fosse uno gnostico, ma nelle sue Lettere ci sono anche chiari passi che lo negano. Nel prologo della Lettera ai Romani, come nell'introduzione a tutte le altre Lettere, Paolo scrive: "Io sono Paolo, servo di Dio, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio riguardo al figlio, nato dalla stirpe di David secondo la carne" (Romani 1,1). Con ciò non solo ammettendo l'incarnazione di Gesù ma negando anche che questa sia avvenuta per opera divina.

Ciò fa supporre che le Lettere di Paolo, che prefigurano il Cristo terreno e quello puramente spirituale, abbiano subito manipolazioni e interpolazioni da entrambe le Chiese, quella gnostica e quella ortodossa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)