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sabato 26 giugno 2010

Solo in Italia la “teocrazia debole” perseguita dalla Chiesa ha avuto successo.

Joaquìn Navarro-Valls,ex portavoce di Giovanni Paolo II e ancora oggi autorevolissimo interprete degli umori e "desiderata" della Chiesa vaticana, ha pubblicamente confessato che il programma di "teocrazia debole" che la Chiesa gerarchica di Karol Wojtyla prima, e quella di Joseph Ratzinger oggi, stanno tenacemente perseguendo, ha avuto esiti fin qui fallimentari nel mondo, ma di peculiare successo nella "eccezione" Italia.

Il paradigma del "caso italiano", viene da lui osannato perché essendo «veramente considerevole il ruolo assunto dalla religione» nel nostro Paese, questo si presenta come il luogo provvidenziale in cui sperimentare l'obiettivo che il cattolicesimo gerarchico ha scelto come stella polare: la teocrazia debole, cioè la creazione di una pseudodemocrazia sottomessa al volere del Vaticano.

Infatti, per la Chiesa, l'Italia «costituisce una ricchezza stimolante che altrove manca del tutto». Perché? Perché essendo ridotta, da una classe politica degenere, predatoria e bipartisan ad un cumulo di macerie morali e materiali, la nostra Italietta viene governata con leggi liberticide e oppressive, perfettamente in linea con la Chiesa ma rifiutate in qualsiasi altro Paese europeo.

Secondo Navarro-Valls: qualsiasi legge che prescinda dalla religione, renderebbe illegittima la democrazia trasformandola in un vaso di iniquità. Plateale esautorazione di ogni forma di vera democrazia che si fonda esclusivamente sull'autodeterminazione di tutti i cittadini, singolarmente e collettivamente presi, in quanto essi «si danno da sé la legge» prescindendo da ogni altro potere.

Che l'adeguamento alla religione diventi tassativo e vincolante per la democrazia significa espropriare il cittadino della sua sovranità e riconsegnarla a dio, cioè ad un'immaginaria entità soprannaturale mai dimostrata. Insomma e senza perifrasi: la sovranità di dio (teocrazia) è incompatibile con la sovranità dell'uomo, in cui consiste la democrazia.

Dovrebbe essere una ovvietà accettata anche dal più sprovveduto cittadino di un Paese democratico, ma, purtroppo, non nell'italica «ricchezza stimolante che altrove manca del tutto» diventata ormai protettorato vaticano.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)