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lunedì 14 giugno 2010

Solo per il 47% degli italiani la Chiesa è ancora una istituzione credibile

La fiducia nella Chiesa in Italia sta calando sensibilmente. Secondo i sondaggi di Demos solo il 47% degli italiani la crede ancora un'istituzione credibile. Le cause di questo calo di fiducia sono molteplici. Anzitutto i recenti scandali come le dimissioni del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo, in base ad accuse rivelatesi infondate ma che hanno lasciato il segno.

Poi, gli episodi di abuso sessuale sui minori, che hanno coinvolto in un passato remoto ma anche recente, esponenti del clero  -  basso, medio e alto – in molti Paesi cattolici d'Europa, d'America e perfino l'Australia. Il declino durava da anni ma si è accentuato soprattutto dopo l'elezione di questo papa. Rispetto al 2005 (quando è stato eletto Ratzinger) la fiducia nella Chiesa è scesa di 14 punti e negli ultimi due anni il consenso verso Benedetto XVI si è ridotto di 9 punti percentuali.

Uno dei fattori che più hanno contribuito alla sfiducia nella Chiesa è dovuto alla lentezza nel prendere provvedimenti necessari, in modo deciso, senza indulgenza, contro i preti pedofili. Troppo tempo è stato perduto e troppa reticenza da parte soprattutto del Vaticano. Così gli scandali sono esplosi tutti insieme e hanno invaso i media con un effetto devastante.

Il sondaggio di Demos sottolinea, infatti, come una larga maggioranza di italiani  -  il 62% - considera insufficiente e molto reticente la risposta della Chiesa di fronte agli episodi di pedofilia e solo volta a minimizzare il fenomeno. Questo giudizio è condiviso anche dai cattolici praticanti.

Un altro fattore negativo riguarda la Chiesa stessa sempre più divisa, al suo interno e attraversata da tensioni e conflitti fra le gerarchie vaticane e la Cei, tra le diverse "voci" e i diversi media cattolici: giornali, emittenti, riviste. Papa Benedetto XVI, in occasione del suo recente viaggio a Fatima, è stato, al proposito, esplicito e durissimo quando ha detto che: "Le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall'interno della Chiesa. (...) La più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa".

Negando esplicitamente quindi  -  come ha sottolineato Sandro Magister (nel documentatissimo sito: www. espressonline. it) - "i giudizi espressi da molti ecclesiastici, secondo i quali la Chiesa soffre primariamente per gli attacchi che le vengono portati dall'esterno".

Ultimo fattore che toglie fiducia alla Chiesa: la prepotente invadenza nelle nostre vite dei gerarchi vaticani che in nome delle loro immaginaria entità soprannaturale impongono ai governi vaticaliani, come l'Italia, l'adozione di leggi liberticide e divieti assurdi (dall'uso del preservativo alla fecondazione assistita, dall'omosessualità alle unioni di fatto, dall'aborto al testamento biologico e così via), mostrandosi nel contempo per niente severa, anzi permissiva, nei confronti dei crimini abominevoli dei preti pedofili e di politici immorali.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)