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martedì 8 giugno 2010

Sta per essere approvata in Italia la legge salva preti pedofili

La nuova legge sul blocco delle intercettazioni e sul bavaglio all’informazione che sta per essere approvata dal Parlamento italiano, oltre ad impedire che vengano intercettati i criminali di ogni genere, tra le tante norme scellerate prevede anche di mette al sicuro tutti i preti pedofili.

Essa, infatti, diventata una ghiotta occasione per stipulare patti scellerati tra i nostri politici con le gerarchie ecclesiastiche, stabilisce che se un pubblico ministero vuole intercettare un prete o un religioso, deve prima avvisare l’autorità ecclesiastica. Con ciò ampliando a dismisura un privilegio di cui gli ecclesiastici già godono da molto tempo.

Oggi infatti, nel caso in cui sia avviata “l’azione penale”contro un ecclesiastico, il pubblico ministero deve informarne il superiore diocesano o religioso, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare e che son più volte accadute.

Se verrà approvata la nuova legge, anche nel caso si debba procedere all'intercettazione di un prete diocesano o di un religioso, il pubblico ministero sarà obbligato a informare preventivamente il vescovo della diocesi di appartenenza; e se ad essere intercettato è un vescovo o un ecclesiastico di alto rango, si dovrà informarne il cardinale Segretario di Stato.

Una cosa non solo anticostituzionale ma assolutamente immorale. Tutti gli emendamenti dell’opposizione che puntavano a sopprimere questa norma che crea un privilegio assurdo solo per la Chiesa Cattolica, sono stati bocciati dalla maggioranza di destra appecorata al Vaticano. Ormai l'Italia sta precipitando nella più assoluta illegalità. Gli effetti di una simile norma potrebbero essere devastanti se già quella attuale ha dato adito a iniqui impedimenti alla giustizia.

Tanto per citare un caso: nel 2004 nel comasco, venne messo sotto inchiesta per pedofilia don Mauro Stefanoni, parroco di Laglio. Come prescrive la legge attuale, il pm avvisò il suo vescovo, mons. Alessandro Maggiolini, che, tramite suoi collaboratori, provvide subito ad avvertire don Stefanoni che la Procura della Repubblica stava indagando su di lui.

Il pm se ne accorse e incriminò per favoreggiamento il vescovo che, però, morì prima di essere processato. Don Stefanoni invece venne condannato a 8 anni per abusi sessuali nei confronti di un minore disabile proprio grazie alle numerose intercettazioni telefoniche che lo inchiodavano, effettuate prima che il vescovo lo mettesse in guardia.

Con la nuova legge sicuramente l’avrebbe fatta franca dal momento che sarebbe stato avvertito dal suo superiore ancor prima che le intercettazioni telefoniche fossero avviate.

Questa legge scellerata che la destra vuole fare approvare per impedire ai preti pedofili di venire scoperti è la prova lampante del degrado morale non solo di gran parte della nostra classe politica ma soprattutto della Chiesa che, sottobanco, l'ha richiesta per salvaguardare la sua prenne immunità.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)