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venerdì 11 giugno 2010

Il cristianesimo gnostico (“L'invenzione del cristianesimo”) 126

Abbiamo detto che il Cristo Gnostico cominciò a svilupparsi nell'ambito cristiano nel secondo secolo. Ad introdurlo a Roma nel 140 fu il filosofo gnostico Marcione di Sinope, sul Mar Nero. Egli portò alla comunità cristiana di Roma il suo vangelo e dieci lettere di Paolo, a quel tempo totalmente sconosciute nella capitale dell'Impero.

Il suo vangelo fu accolto molto favorevolmente in un primo tempo ma subito dopo, nel 144, respinto come eretico in quanto presentava Cristo come un salvatore essenzialmente spirituale che non si era mai incarnato sulla Terra e che di uomo aveva assunto solo le sembianze umane.

Questo importantissimo documento, completamente distrutto dalla Chiesa, come il primitivo Vangelo degli Ebrei e gli altri Vangeli gnostici, è stato in parte ricostruito utilizzando le citazioni dei Padri della Chiesa che lo confutarono (Tertulliano, Crisostomo, Atanasio, Ireneo), da due studiosi: Adolf Von Harnack e Paul Louis Cuchoud. Secondo Elaine Pagels (Elaine Pagels, I Vangeli gnostici, Mondadori, Milano, 1981)fu il vescovo di Lione, Ireneo, il primo a selezionare i documenti ritenuti ortodossi e a far distruggere quelli considerati eretici, come il Vangelo di Marcione.

Questo Vangelo cominciava dicendo che nel quindicesimo anno del regno di Tiberio (cioè nell'anno 30 d.C.) ai tempi del procuratore Ponzio Pilato e Caifa Sommo Sacerdote, il Salvatore figlio di Dio, era disceso dal cielo su Cafarnao, città della Galilea, per cominciare da lì le sue predicazioni e, riferendosi alla vita terrena di Cristo, descriveva la sua biografia con tanto di date, di luoghi e di personaggi, fino ad allora a tutti ignoti.

Probabilmente fu su questi riferimenti storico-geografici riportati da Marcione che furono poi costruiti i quattro vangeli canonici. Fino ad allora, infatti, su Gesù erano circolate solo delle sentenze, chiamate Logìa, definite “corte e laconiche”.

Il Cristo di Marcione si presentava a Cafarnao, in Galilea, in età già adulta, prendendo dell'uomo l'apparenza ma non la sostanza, essendo puro spirito. Crisostomo nella sua Lettera ai Filippesi (2, 7), riportando un passo del Vangelo di Marcione scrive:" Gesù ha preso una somiglianza d'uomo perché se fosse divenuto veramente uomo avrebbe cessato di essere un Dio".

Negando di Gesù la nascita terrena, che cioè si è fatto carne come ognuno di noi, veniva negata anche la sua crocifissione e morte, considerate da Marcione del tutto simboliche e virtuali, perché il corpo di Cristo non era di carne. Anche la resurrezione, pertanto, si prefigurava come del tutto virtuale.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)