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mercoledì 8 dicembre 2010

Anche in Austria emergono pesanti abusi sessuali compiuti dal clero.

Primo drammatico bilancio sugli abusi sessuali compiuti dal clero austriaco. Un’organizzazione indipendente con sede a Vienna “La Piattaforma” che offre aiuto psicologico e tutela giuridica alle persone che hanno subito abusi da parte di preti, suore o altre persone gravitanti le Chiese austriache, ha stilato un primo rapporto preliminare che ha in parte svelato i comportamenti criminali commessi in Austria senza che venisse presa alcuna seria iniziativa di contrasto, di repressione o di risarcimento delle vittime da parte degli uomini di Chiesa.

Da marzo a ottobre 2010 sono ben 325 le vittime, 28% femmine e 72% maschi, che hanno denunciato violenze subite da religiosi pedofili. Il 60% di esse ha affermato di essere certe che un vasto numero di altri bambini sono stati abusati, fisicamente, sessualmente o psicologicamente, dalla stesso religioso.

In altre parole, le 325 persone che hanno riferito dei loro incidenti rappresentano la classica punta dell’iceberg di un fenomeno molto più vasto per cui il numero di vittime che non hanno mai confessato quanto hanno subito è sicuramente molto più alto di chi invece ha confessato la verità. Il numero totale di abusatori è 422, la gran parte uomini ma anche donne di Chiesa.

La più diffusa strategia per coprire la violenza era l’esplicita richiesta fatta alla vittima di tacere sull’accaduto o la minaccia della dannazione dell’Inferno, oppure che l’eventuale confessione dell’abuso subito avrebbe rappresentato un grave peccato. Il 25% dei religiosi che hanno compiuto violenze  apparteneva all’ordine dei benedettini, e i collegi di Kremsmünster, Seitenstten e Fiecht in Tirolo sono stati indicati come i luoghi dove sono state perpetrati il maggior numero di abusi.

Il secondo posto spetta alla congregazione dei Fratelli Cristiani, che gestisce molte istituzione scolastiche in Austria. Il vasto numero di vittime, e soprattutto le cifre riguardanti i molestatori, smentiscono l’idea che si tratti solo di poche pecore nere isolate. È stato messo in chiaro il fenomeno, diffuso in tutti gli altri Paesi cattolici, riguardo la compiacenza dei vertici ecclesiastici nei confronti dei preti che commettevano abusi sessuali.

La maggior parte dei sacerdoti o altri appartenenti ad ordini religiosi che molestavano i giovani era semplicemente trasferita in un’altra struttura gestita dalla Chiesa. Nel caso di ripetizioni delle violenze l’unica misura intrapresa era un altro trasferimento. Per molti anni così la gerarchia cattolica ha risposto ai casi di abuso, e perfino i pochi preti condannati dai tribunali austriaci ritornavano al lavoro pastorale, così da essere di nuovo in grado di commettere nuove molestie.

Addirittura due sacerdoti, coinvolti in processi per abusi sui bambini in Germania, erano stati trasferiti in Austria dove poi avevano continuato i loro comportamenti violenti nei collegi o nelle parrocchie dove erano stati assegnati. La prassi seguita per i preti pedofili era la seguente: scoperti gli abusi venivano immediatamente comunicati al Vaticano, che ne ordinava il silenzio per evitare il danno d’immagine, evitando di imporre azioni per punire e reprimere i colpevoli.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)