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martedì 14 dicembre 2010

Circolare ministeriale sui testamenti biologici che coarta la Costituzione per adeguarla alle direttive della Chiesa.

Tre Ministri (Interni, Salute, Lavoro) alcuni giorni fa hanno emanato un dictat congiunto per porre un alt ai registri per la raccolta dei testamenti biologici istituiti da alcuni Comuni italiani.

“Sono illegittimi, prendono in giro il cittadino” hanno dichiarato con prepotenza. Solo lo Stato può legiferare sul fine vita. Se il Comune interviene compie un illecito e abusa di risorse umane e finanziarie.

Basta una circolare ministeriale per togliere ogni validità alle volontà espresse liberamente dai cittadini sui trattamenti sanitari da praticare sul proprio corpo e negare una libertà fondamentale? In Italia purtroppo sì.

Per i nostri governanti attuali conta solo la volontà dei gerarchi vaticani che oltre alle nostre anime vogliono impadronirsi dei nostri corpi, da torturare con macchine e sonde anche se vogliamo morire secondo natura e con dignità.

Il registro dei testamenti biologici, in assenza di strumenti previsti dalla legge, era una iniziativa democratica validissima. Annotava decisioni da presentare ai medici in caso di bisogno, evitava complicate ricostruzioni della volontà di persone che hanno perso la capacità psichica, offriva ai medici una certificazione su indicazioni del tipo: no sangue, si alla morfina, no al terminal sedation, si alle sperimentazioni, e così via.

Come osserva il Segretario Generale di Magistratura democratica, il divieto dei tre ministri mette in discussione un pezzo della nostra Costituzione che ci riconosce il diritto di rifiutare una cura nei tempi e nelle forme che riteniamo opportuno. Anche scrivendolo in un sms o nel computer, confidandolo ad un parente o affidandolo ad un video.

D’ora in poi, dovremo forse attendere l’autorizzazione di un ministro o di un sottosegretario? O del cardinal Bagnasco?

Ma, diciamoci la verità, l’invettiva contro i Comuni “invadenti” ricalca, per analogia, le accuse dopo la sentenza del caso Englaro, quando si è ritenuto legittimo il rifiuto di cure salvavita. Giudici “contro” il parlamento, si è detto. Giudici che “condannano a morte”. Senza mai ricordare che quei giudici avevano applicato la Costituzione, ossia la massima espressione della vita parlamentare.

La circolare dei Ministri ha quindi un obiettivo ben preciso: coartare le nostre libertà democratiche per adeguarle alle direttive oppressive delle gerarchie ecclesiastiche contro il sentire di tanti. Di coloro che desiderano essere padroni del loro destino.

Di quelli che, di fronte ad una medicina che estende sempre più le sue capacità tecniche, vogliono evitare di essere trasformati in vegetali; o di piombare nell’incubo di essere tenuti in vita a tutti i costi, con sofferenze inenarrabili e la perdita del bene più prezioso dell'uomo, la sua dignità.

E questo per assecondare i sadici masochisti, eredi dei torturatori della Santa Inquisizione cattolica, che, in un “do ut des” sodomistico, danno il loro appoggio elettorale a quanti tradiscono la Costituzione e soffocano i diritti civili.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)