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giovedì 9 dicembre 2010

Ripercussioni politiche della condanna morale dell'omosessualità da parte del papa.

Benedetto XVI, nel libro-intervista «Luce del mondo» (parecchio autocelebrativo ), ribadisce il suo giudizio morale sull'omosessualità.

Per questo papa l'omosessualità «rimane qualcosa che è contro la natura di quello che Dio ha originariamente voluto». Inoltre essa «non è conciliabile con il ministero sacerdotale, perché altrimenti anche il celibato come rinuncia non ha alcun senso».

L'apodittica affermazione di Ratzinger che l'omosessualità è moralmente inaccettabile per il clero cattolico riguarda anche, per analogia, i candidati alle elezioni e gli elettori cattolici, i quali sono evidentemente impossibilitati a votare per un omosessuale, moralmente inaccettabile, anche se è cattolico credente e praticante.

Chiaro monito a chi nutre la speranza che un omosessuale come Nichi Vendola, ancorché cattolico praticante e dotato di un certo carisma, possa aspirare alla carica di primo ministro nel nostro Paese.

Le gerarchie cattoliche e il Governo Ombra dei vescovi che controllano e guidano i governi ufficiali di qualunque sponda, si opporrebbero a candidare un omosessuale a capo del governo. Lo sottoporrebbero agli attacchi di tutti i partiti ove siano presenti politicanti vaticano-dipendenti.

Il che a dire la stragrande maggioranza delle forze politiche. Non solo PDL e UDC, quinte colonne vaticane, ma anche la Lega, sempre velenosa contro i "culattoni", e, probabilmente, tutti i politici cattolici del PD, circa la metà del partito, ma anche alcuni del PD dell'ex partito comunista. Insomma un'armata invincibile, un formidabile schieramento avverso.

Ancora l'Italia, la Vandea d'Europa, non è matura per esprimere un primo ministro dichiaratamente omosessuale o un primo ministro dichiaratamente ateo. La cinica tracotanza omofoba e oscurantista della Chiesa non tollererebbe né l'uno, né l'altro. E il popolo bue seguirebbe pedissequo la volontà del clero.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)