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sabato 11 dicembre 2010

Per Mons. Alessandro Plotti la Chiesa deve rinunciare a influire sulla politica “attraverso strade che non sono tipiche della democrazia”.

Intervenendo al convegno  "L’impegno politico dei cattolici dopo la Settimana sociale di Reggio Calabria", organizzato da “Persona, Comunità, Democrazia”, la Fondazione degli ex Popolari guidata da Pier Luigi Castagnetti e Franco Marini, l' ex vicepresidente della CEI mons. Alessandro Plotti, arcivescovo emerito di Pisa, ha espresso un severo monito per le continue ingerenze delle gerarchie vaticane sulle vicende politiche del nostro Paese affermando che la Chiesa deve accettare la «pluralità di opinioni» del proprio laicato, e soprattutto deve rinunciare a influire sulla politica «attraverso strade che non sono tipiche della democrazia».

In altre parole la Chiesa deve cessare di negare ai cittadini italiani, tramite la classe politica sempre prona al Vaticano e disposta ad ogni concessione pur di ottenerne l'appoggio elettorale, i diritti civili e l'autodeterminazione sanciti dalla Costituzione.

Mons. Plotti dopo aver rilevato che la situazione della nostra democrazia è preoccupante, ha sottolineato che “nel mondo cattolico ci può essere spazio per la pluralità delle scelte. Se non accettiamo che ci siano spazi di dibattito libero - ha proseguito - dove anche il dissenso abbia cittadinanza, otterremo una dogmatizzazione, facendo un pessimo servizio alla politica, e non contribuiremmo a svelenire questo clima”.

A conclusione del suo intervento egli ha messo in risalto che “il dibattito tra maggioranza e minoranza - se non avviene nei luoghi deputati, si fa un pasticcio. In questo anche la Chiesa ha la sua responsabilità, quando cerca di influire per vie non ufficiali, attraverso appoggi e strade che non sono tipiche della democrazia. Gli uomini di Chiesa devono accettare questo, e promuovere il rispetto delle istituzioni”.

Cosa che, purtroppo, in Italia non avviene perché la nostra casta politica bipartisan è disposta a fare strame delle nostre istituzioni per assecondare gli appetiti sempre più gagliardi di Santa Romana Chiesa e violare i diritti civili dei cittadini.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)