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martedì 7 dicembre 2010

Il celibato è la causa principale delle perversioni del clero (“L'invenzione del cristianesimo”) 240

Se Gesù e gli apostoli erano sposati come mai la Chiesa Cattolica, senza addurre un valido fondamento biblico né dottrinale, impone il celibato ai suoi sacerdoti? Durante i primi tre secoli del cristianesimo, preti, vescovi e papi erano regolarmente sposati.

Paolo di Tarso, il vero creatore del cristianesimo, raccomandava nelle sue Lettere che i vescovi fossero sposati “con una sola moglie” e con figli ubbidienti. Fu il Concilio romano del 386 d.C. che stabilì che vescovi e sacerdoti sposati dovessero ripudiare le loro mogli e vivere celibi.

La norma fu ampiamente contestata e disattesa, tanto che il IX Concilio di Toledo del 655, dovendo combattere la dilagante lussuria del clero, decretò che tutti i figli generati dagli ecclesiastici, dai vescovi fino ai suddiaconi, diventavano per sempre schiavi della Chiesa. Pare però che, nonostante questo decreto, l’alto e il basso clero continuassero a vivere nella lussuria e nel concubinaggio.

Dal Medioevo fino a tutto il Rinascimento: papi, clero, monaci e monache, come ci raccontano le cronache del tempo, furono dediti a tutte le perversioni sessuali al punto che nel 1414 re Enrico V d'Inghilterra, per porre un freno a questa generale lascivia, tentò di introdurre la castrazione forzata nel rituale dell'ordinazione sacerdotale.

Ma fu solo col Concilio di Trento (1547), convocato in seguito alla ribellione di Lutero, che la Chiesa riuscì a imporre ai suoi ecclesiastici una condotta meno scandalosa e a ribadire la necessità del celibato.

Da allora questa imposizione si è progressivamente imposta, suscitando sempre forti resistenze nel clero. Pe la Chiesa, il celibato dovrebbe conferire al sacerdote un maggior carisma spirituale e concedergli maggior tempo da dedicare alle funzioni religiose.

Viceversa, col matrimonio e con la nascita dei figli, sarebbe portato a pensare ai beni terreni e alla prosperità della famiglia. Ma questa imposizione ha determinato in molti dei suoi ministri delle frustrazioni sessuali, degenerate spesso in perversioni vere e proprie, quali l’omofilia e la pedofilia, come abbiamo visto sopra.

Infatti, la Chiesa Cattolica è l'organizzazione sociale che, secondo molti ricercatori, conta, a tutti i livelli della sua scala gerarchica, la più alta concentrazione di persone omosessuali.

Preti, vescovi e cardinali, però, per camuffare le loro tendenze non tralasciano di sparare continuamente anatemi sulla "innaturalità" dei rapporti omosessuali, alimentando in questo modo l'odio e la discriminazione contro i gay.

Al contrario della Chiesa Cattolica, quella Protestante, accettando o addirittura incoraggiando il matrimonio per i suoi ministri di culto, ha evitato perversioni, scandali e danni materiali.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)