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domenica 5 dicembre 2010

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 47

Giuda fu così soddisfatto della decisione presa da Davide di andarsene da Qumran che concepì all'improvviso un'idea grandiosa. Da tempo aveva intuito che il suo compagno covava il segreto desiderio di ritornare in Egitto a far visita ai suoi vecchi amici ed in particolare a Nefer.

Fingendo di non dare importanza alla cosa, disse che aveva sentito da alcuni mercanti che in quei giorni era di passaggio per Gerico una carovana d'Ismaeliti diretta ad Alessandria. Quasi quasi valeva la pena di approfittarne per fare una visitina a quell'importante città.

Davide in un primo momento rimase incredulo di fronte ad una proposta così meravigliosa. Non aveva mai osato sperare tanto. Ma vedendo la determinazione di Giuda, si rese conto che il momento di rivedere i suoi vecchi amici d'Alessandra era finalmente arrivato.

Manifestò all'amico una forte gioia e una ancor più gran riconoscenza e voleva partire subito sul far della sera. Giuda fu felice della sua contentezza. Ormai gli si era affezionato e lo sentiva quasi come un figlio. Con lui inoltre si sentiva sicuro, protetto, perché in ogni circostanza la saggezza e il carisma del suo giovane amico superavano qualsiasi difficoltà. Convennero che sarebbero ripartiti l'indomani all'alba ed avvertirono il novizio Esrom della loro decisione perché lo riferisse ai suoi capi.

Davide stentò a addormentarsi a causa dell'intensa emozione e appena il mattino vide baluginare la prima luce, svegliò l'amico che ancora russava beatamente. Si prepararono in fretta e, dopo una rapida colazione servita da Esrom, si accinsero alla partenza.

Ma li attendeva una sorpresa: tutta la comunità, con a capo il Maestro Simone e gli altri undici del Consiglio, li attendeva per un saluto e un ringraziamento. Simone parlò a nome di tutti e disse che gli esseni, a qualsiasi comunità appartenessero, non avrebbero mai dimenticato il loro grande merito di aver ritrovato e regalato il Testamento dell'antico Maestro di Giustizia. Anche Giovanni sembrava commosso e pareva totalmente dimentico della delusione patita il giorno prima. Furono invitati a ritornare; sarebbero stati sempre i benvenuti.

Giuda, sorpreso ed emozionato, era visibilmente impacciato e non sapeva cosa dire. Allora parlò Davide. Espresse una sincera riconoscenza per il modo affettuoso e sereno con cui gli esseni li avevano ospitati e rivelò di aver trascorso a Qumran dei giorni bellissimi, fra i più belli della sua vita, totalmente immersi nel silenzio, nella pace e nella serenità. Avrebbe sempre conservato nel cuore il ricordo bellissimo di quel periodo meraviglioso.

Non fece cenno del suo rifiuto di entrare nella comunità ma manifestò il proposito di ritornare a far loro visita, magari, disse scherzando, con qualche altro importante manoscritto. Parlò con gran sincerità e umiltà, con un tono sommesso e dolce che suscitò in tutti una profonda emozione. Insomma fu un commiato affettuoso e commovente che lasciò tutti molto contenti.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)