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giovedì 28 aprile 2011

Il missionario e antropologo Daniel Everett tenta di evangelizzare il popolo dei Pirahã, ma finisce sedotto dal loro profondo ateismo.

Non dormire, ci sono i serpenti" è il titolo del libro dell'ex missionario protestante e antropologo Daniel Everett nel quale egli racconta il suo affascinante soggiorno presso il popolo dei Pirahã, nel tentativo, fortunatamente fallito, di evangelizzare quelle tribù primitive.

I Pirahã sono una una popolazione amazzonica che vive nella foresta tropicale lungo i fiumi Mauci e Autacies come comunità di caccia e raccolta. Everett, dopo averne appreso il linguaggio, totalmente sconosciuto dalle autorità brasiliane, tradusse in esso il Vangelo e ne fece loro ascoltarne la registrazione con la speranza di portarli alla conversione.

Se non che "vivendo a lungo in mezzo a loro ne ha imparato usi, costumi e pensiero. Sì, pensiero, perché ha scoperto che, pur vivendo a uno stato evolutivo paragonabile a quello del neolitico, si tratta di un popolo tutt’altro che “barbaro”.

Non posseggono parole per indicare “guerra” o “depressione”, per il semplice motivo che non conoscono queste cose. Non possiedono neppure la parola dio, perché di questo concetto non ne hanno assolutamente bisogno. Cos'è per loro la vita dopo la morte? Per esperienza sanno che un cadavere viene riciclato dalla natura, quindi in un certo senso la sua vita prosegue, ma l’anima cosa sarebbe? Nessuno ne ha mai vista una, dunque che importanza le si può dare?

Quando Everett si è reso conto che predicando il Vangelo anziché portarli alla salvezza instillava loro il virus giudaico-cristiano del peccato e della redenzione che distruggeva il loro sereno e gioioso modo di vivere, buttò il cristianesimo alle ortiche e abbracciò in pieno il loro profondo ateismo, ritenendolo superiore ad ogni forma di religione.

È proprio l'assenza di dio infatti che determina la superiorità del loro modo di vivere rispetto a noi occidentali, sempre oppressi da complessi di colpa, da paure di castighi divini e da sentimenti di intolleranza. Daniel Everett è oggi uno stimato docente di letteratura e lingua presso l' Università di Stato dell'Illinois.

Ma la sua abiura dal cristianesimo per approdare all'ateismo gli è costata cara. La moglie e due dei suoi tre figli hanno reciso, con durezza, ogni rapporto con lui.

La vicenda di Daniel Everett ci fa comprendere che i nostri missionari hanno attuato, e tuttora attuano, un continuo genocidio culturale e religioso, imponendo alle popolazioni primitive una cultura prettamente occidentale, con la conseguente distruzione di quella loro preesistente, spesso molto più superiore, sotto l'aspetto umano e sociale e di equilibrio con la natura, della nostra, e con la sovrapposizione ad essa di schemi mentali avulsi dalla loro tradizione.

Il curioso titolo del libro deriva dal fatto che i Pirahã  abituati a dormire per brevi periodi più volte al giorno e a cacciare durante la notte, usavano la frase Non dormire, ci sono i serpenti" per augurare al missionario la buona notte.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)