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sabato 9 aprile 2011

In Messico, migliaia di fedeli abbandonano quotidianamente la Chiesa cattolica.

Roberto Blancarte, esperto di temi religiosi, in un'intervista al quotidiano El Universal, ha affermato che il Messico non può più essere considerato un paese ‘cattolico’, ma è diventato una nazione con un pluralismo religioso.

Dei 112 milioni di cittadini, secondo l’ultimo censimento, meno dell'80% si sono detti cattolici, mentre crescono i seguaci di altre religioni e i senza religione. Il calo percentuale cattolico è stato continuo, negli ultimi sessant’anni ma l’ultimo decennio ha visto un calo di oltre quattro punti percentuali, pari a quasi cinque milioni di persone, che rappresentano una media giornaliera di 1.300 persone che lasciano la Chiesa cattolica”.

Blancarte rileva che questo cambiamento non è una esclusiva del Messico, ma di tutta l'America latina: in Brasile i sondaggi mostrano una percentuale dei cattolici inferiore al 70% della popolazione; in America Centrale, i cattolici costituiscono tra il 55% e il 73%; in Cile e Venezuela raggiungono il 70% della popolazione totale; mentre a Cuba o in Uruguay figurano attorno al 50%.

Tra le cause di questo declino, Blancarte ha sostenuto che, “mentre la Chiesa prosegue con le sue noiose liturgie, i suoi rappresentanti non rispondono ai bisogni delle persone e mantengono le loro critiche circa l’uso di contraccettivi o preservativi e affermano che l’educazione sessuale è un male, la gente si aliena sempre di più”.

Ha aggiunto che la gerarchie cattoliche si rendono conto di tutti i problemi in corso, ma “non fanno niente per cambiare, sono stagnanti e burocratizzate”. Ha anche osservato che nemmeno i viaggi di Giovanni Paolo II in America Latina hanno potuto arrestare la tendenza al ribasso, per cui il cattolicesimo rischia di “essere abbandonato”.

Al conservatorismo fossile della Chiesa cattolica e al suo costante sostegno alle classi ricche dobbiamo aggiungere la concorrenza delle Chiese neopentecostali e di altre varie sette evangeliche molto più aperte e disponibili a venire incontro alle necessità economiche delle popolazioni più disagiate.

Ma fra le cause della progressiva ed inesorabile decattolicizzazione dei paesi latinoamericani dobbiamo aggiungere anche che la Chiesa cattolica ha sempre stretto alleanze ferree con tutti i sanguinari regimi fascisti e parafascisti sorti nel corso del XX secolo.

Non dobbiamo dimenticare che, quando in Argentina andò al potere Videla, la diocesi di Buenos Aires mise a disposizione della giunta militare un’isoletta di sua proprietà, per agevolare l’eliminazione fisica dei desaparecidos.

Se teniamo presente tutto ciò ci rendiamo perfettamente conto del fatto che i latinoamericani, stanno mostrando un progressivo rigetto del cattolicesimo, indipendentemente dalla concorrenza delle sette evangeliche foraggiate dagli USA.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)