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mercoledì 20 aprile 2011

L'inferno esiste ancora? Magari!

I liberi pensatori considerano Satana e l'inferno delle bufale per gli allocchi inventate per ricattare, col terrore psicologico, i fedeli più ingenui e obbligarli a credere ciecamente alle menzogne religiose.

Sono senz'altro le due più terribili e devastanti invenzioni della Chiesa. Il castigo dell'inferno, infatti, è la forma più spietata di punizione divina mai immaginata da nessun'altra religione perché non ammette la redenzione.

È talmente spietata che per i credenti più evoluti è ritenuta "un assurdo morale" e rappresenta la negazione di dio stesso in quanto gli attribuisce sentimenti di odio e di vendetta, assolutamente inammissibili in un Essere Supremo, considerato sommamente giusto e misericordioso e che sempre ama, perdona e riconcilia.

Un dio giudice inappellabile nega quindi categoricamente che “dio sia un Padre infinitamente buono e misericordioso", come predicano i Vangeli, e contrasta col Gesù evangelico che invitava i suoi discepoli a perdonare settanta volte sette, cioè sempre.

Non pochi ecclesiastici, particolarmente illuminati, pur non rinnegando in modo palese il diavolo e l’inferno, di fatto ne ignorano l’esistenza, non parlandone mai nelle omelie domenicali e nelle catechesi. Ma papa Ratzinger non è di questo avviso e non perde occasione di ricordarci il Maligno e il suo regno sulfureo.

Nell'ultimo numero di Time, il reverendo Robert Bell, 40 anni, che ha pubblicato da poco negli Stati Uniti il libro Love wins: a book about Heaven, Hell, and the fate of every person who ever lived ((L’amore vince. Un libro sul paradiso, l’inferno, e il destino di ogni persona che abbia mai vai vissuto), arrivato nella top ten dei libri più venduti su Amazon, ha riaperto il dibattito sull’esistenza dell’inferno e sulle sue caratteristiche.

Robert Bell, figlio di un giudice federale e cresciuto in un ambiente molto devoto, ha fondato nel 1999 la comunità religiosa di Mars Hill, nel Michigan. Si tratta di una Chiesa non confessionale, formalmente autonoma, alle cui celebrazioni assistono ogni settimana più di 8.000 persone.

Nel suo libro egli apre le porte del paradiso non solo ai cristiani credenti ma a tutti gli uomini, indipendentemente dal loro credo. Come si può sostenere, dice Bell all’inizio di Love wins, che Gandhi è all’inferno perché non ha creduto nella morte e resurrezione di Gesù?

Quindi egli sostiene la scomparsa della dimensione punitiva che è assicurata dall’esistenza dell’inferno, aprendo un nuovo modo di intendere la spiritualità che si fa largo negli Stati Uniti, soprattutto tra le giovani generazioni.

Naturalmente viene criticato dai pastori più tradizionalisti, ma anche dalla destra più conservatrice che lo hanno bollato come «sovversivo». Il suo libro ricalca il pensiero, espresso alcuni decenni fa, del teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, secondo cui l’inferno esiste, ma è vuoto.

Per Ratzinger e la Chiesa oscurantista e per tutti i cristiani integralisti delle varie confessioni protestanti, dover rinunciare all'inferno e al Maligno suona blasfemo perché toglie loro l'arma più micidiale usata per terrorizzare psicologicamente milioni di ingenui fedeli e inoltre li farebbe apparire, come sono nella realtà, dei nudi venditori di menzogne.

In quanto a me, mi spiace veramente che l'inferno non esista perché ci ficcherei volentieri, almeno per qualche stagione, tutti i Torquemada che utilizzano la religione per oscurare e torturare il genere umano.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)