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mercoledì 3 febbraio 2010

L'incontro con Giovanni Battista (“L'invenzione del cristianesimo”) 20

Intorno al 30 d.C., nel clima rovente della Palestina travagliata da continue sommosse antiromane, s'affaccia sulla scena d'Israele un personaggio, per molti aspetti carismatico, conosciuto come Giovanni Battista. Di lui possiamo affermare che era sicuramente un esseno.

Sono molti e importanti gli elementi che collegano questo personaggio alla comunità di Qumran:
1.anzitutto il fatto che visse in regioni desertiche della Giudea, dove si trovava quella setta. “Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele” (Luca 1,80). “In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea” (Matteo 3,1).

2.In secondo luogo perché somministrava il battesimo in prossimità dello sbocco del Giordano nel Mar Morto, vicino all’insediamento di Qumran, e questo rito in Israele era praticato solo dagli esseni. “[...]si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione” (Marco 1,4).

3.In terzo luogo perché la sua predicazione era tipicamente messianica in quanto prevedeva imminente la restaurazione del Regno di Jahvé. “Convertitevi perché il Regno dei Cieli è vicino” (Matteo 3,2).
Anche il suo nutrimento era tipicamente esseno. “..il suo cibo erano cavallette e miele selvatico” (Matteo 3,4). Nel Documento di Damasco, rinvenuto a Qumran, troviamo la prescrizione di come cucinare le cavallette, gettandole sul fuoco o nell’acqua ancor vive.

Infine per le violente invettive e minacce contro gli ebrei corrotti e conniventi con Roma, che ricalcano quelle di Gesù. “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all’ira imminente? (Matteo 3,7). “Già la scure è posta alla radice degli alberi. Ogni albero che non produce frutti viene tagliato e gettato nel fuoco” (Matteo 3,10). Parole che riconducono alla Regola della Guerra degli esseni che annunciava il giorno in cui Jahvè avrebbe attuato lo sterminio dei figli delle tenebre, cioè di tutti i figli degeneri di Israele.

Nei Vangeli è presentato come colui che doveva preparare la strada alla venuta del Messia, da sempre atteso da Israele. Infatti egli parla di "colui che viene dopo di me" e che "è più potente di me". E aggiunge: "egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile" (Matteo 3,12).Gesù quindi viene presentato come l'atteso Messia, il ricostruttore del Regno di Jahvé e il destinatario delle profezie messianiche.

Noi sappiamo, sempre dai Vangeli, che Giovanni aveva un largo seguito di discepoli e che una parte di essi, dopo la sua decapitazione per opera di Erode Antipa, si unì a Gesù che allora stava per iniziare la sua attività pubblica. Da questo fatto possiamo trarre alcune deduzioni.

Forse il Battista aveva tentato di ergersi a Messia davidico criticando aspramente la condotta privata di Erode Antipa, denunciando la collusione tra la classe dirigente israeliana e i romani e biasimando il lassismo del clero templare nell'osservanza della Legge. Ma fu prontamente eliminato, perché troppo scomodo non solo ad Erode ma a tutte le classi alte di Israele.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)