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giovedì 13 gennaio 2011

Anche il papa ammette il Big Bang

Le religioni rivelate, derivando da antichi testi nati quando l'umanità era priva di ogni nozione scientifica, di fronte ai misteri della natura erano costrette a ricorrere al mito o alla superstizione. Inoltre, venendo considerate una diretta emanazioni della divinità, si ritenevano assolute e inalterabili nel tempo.

Col progredire della scienza, però molte verità rivelate sono entrate in crisi e allora i capi religiosi, dopo aver proclamato la fede superiore ad ogni scienza, per secoli hanno tentato di metterla quest'ultima sotto controllo in ogni modo, arrivando al punto di mandare al rogo alcuni suoi cultori.

Oggi che i roghi non sono più di moda, che la scienza avanza in modo talmente rapido, che la mente umana non riesce quasi a seguirla, e la tecnologia ci presenta ogni giorno strumenti sempre più avanzati e sofisticati, che ci consentono di ampliare di continuo la nostra conoscenza, i capi religiosi si trovano sempre più a disagio e, con mirabili contorsioni teologiche che rasentano talvolta l'assurdo, tentano disperatamente di adeguarsi ai tempi.

Un esempio? Papa Benedetto XVI nell'omelia della messa dell'Epifania ha esortato i cattolici a respingere il concetto secondo cui l'universo sarebbe nato per caso e riconoscere che la mente di Dio è dietro alle teorie scientifiche come quella del Big Bang. Quindi il papa arriva ad ammettere l'esplosione iniziale da cui l'universo ebbe inizio.

Ma ne attribuisce l'accensione a dio e inoltre finge di ignorare che il riconoscimento del big bang riduce in cenere i primi libri della Genesi e sconfessa sia la creazione di Adamo ed Eva, sia la colpa originale da loro commessa che, assieme alla redenzione riparatrice, è il fondamento di tutto il cristianesimo.

Commentando le affermazioni di Papa Benedetto XVI, l'astrofisica Margherita Hack ricorda che le interpretazioni circa l'origine dell'Universo portano "inevitabilmente a posizioni inconciliabili" tra credenti e non credenti.

Quella poi di un dio con tanto di cerino in mano per accendere il big bang, le sarà apparsa veramente incredibile.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)