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venerdì 21 gennaio 2011

La distruzione del Protovangelo di Matteo (“L'invenzione del cristianesimo”) 270

Prima di esaminare i Vangeli, sia pur brevemente, dobbiamo fare un'amara constatazione. Tra essi manca il Vangelo più importante, quello che oltre ad essere stato il primo ad apparire è stato anche la matrice degli altri.

È conosciuto come il "Vangelo degli Ebrei" e fu definito da Paolo (il San Paolo della Chiesa) il "Vangelo maledetto", perché sconfessava il Gesù teologico da lui inventato e sosteneva soltanto quello messianico, crocifisso da Pilato. Questo Vangelo fu fatto sparire dai Padri della Chiesa perché considerato contrario alla loro ortodossia.

Scritto in ebraico e utilizzato dai primi giudeo-cristiani di Gerusalemme, il Vangelo degli Ebrei risaliva, nel suo nucleo originario, a pochi decenni dopo la morte di Cristo, ed era molto diverso dai nostri Vangeli canonici. Non conteneva, ad esempio, il processo di Gesù di fronte a Caifa, perché questo non era ancora stato inventato, e, soprattutto, ignorava tutte quelle aggiunte inverificabili di natura teologica e catechistica che vanno dalla nascita verginale all'istituzione dell'eucaristia.

Pur contenendo forti richiami all'ascetismo esseno, escludeva tutti quei molteplici inviti all'amore per i nemici (che allora erano soltanto i romani oppressori) e alla non violenza che avrebbero suscitato scandalo e indignazione in tutto Israele, se fossero stati predicati nella Palestina del tempo, e scatenata la vendetta inesorabile degli zeloti.

In esso Gesù era considerato il Messia davidico di natura umana e non divina, venuto a liberare Israele dal giogo romano, e un ebreo ligio all'osservanza della Legge e non il fondatore di una nuova religione. In altre parole, Gesù non era stato demessianizzato e degiudeizzato come nei Vangeli posteriori. Veniva attribuito all'apostolo Matteo ed era chiamato sia il Vangelo secondo gli Ebrei, sia il Vangelo secondo Matteo.

Non va confuso, però, con quello che ora porta lo stesso nome e che fu fatto riscrivere posteriormente dai seguaci di Paolo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)