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venerdì 28 gennaio 2011

Vita dura della legge sull'eutanasia in Francia

Una delle più importanti conquiste della società civile e democratica consente ad ogni cittadino l'autodeterminazione laica del suo corpo, della sua a salute e della sua vita. In altre parole il diritto di decidere autonomamente sul rifiuto dell’accanimento terapeutico e sulla fatica del vivere in condizioni fisiche insopportabili e senza speranza.

È l'eutanasia attiva già consentita nei Paesi più avanzati d'Europa, cioè Belgio, Olanda e Germania. Ma anche nel Regno Unito l'idea sta conquistando sempre più consensi in tutti gli strati della popolazione.

In Francia l’Associazione per il diritto a morire nella dignità era riuscita, pochi giorni fa, a far approvare alla commissione Affari Sociali una proposta di legge che nel primo articolo, considerato come l’articolo-chiave, indicava che “ogni persona capace e maggiorenne, in fase avanzata o terminale di una malattia accidentale o di una patologia grave ed incurabile, che gli stiano infliggendo una sofferenza fisica o psichica che non possa essere placata o che egli giudichi insopportabile, può domandare di beneficiare di una assistenza medica che permetta, per atto deliberato, una morte rapida e senza dolore”.

Una vera eutanasia attiva. “Una prima vittoria contro l’oscurantismo” fu il grido di trionfo di gran parte della stampa nazionale e delle associazioni che si battono per i diritti civili nel paese d’ oltralpe. Ma ahimè, la reazione oppressiva dei cattolici e della destra conservatrice è corsa subito ai ripari.

Infatti un emendamento del centrodestra, dell’Ump di Nicolas Sarkozy, ha abrogato il primo articolo della legge, di fatto rendendone inutile l’intero impianto normativo. Così, l’iter legislativo dell’eutanasia francese si sarebbe già fermato.

Nel nostro Paese, nonostante la stragrande maggioranza degli italiani (67%) sia favorevole all'eutanasia, per i nostri politici, su imposizione della Chiesa, è vietato perfino nominarla.

Pronunciare il suo nome equivale a dire una bestemmia. Ma se anche da noi un nuovo gruppo politico, guidato da un leader alla Zapatero, osasse opporsi apertamente all'ingerenza del Vaticano e, senza sbandierare una finta fede cattolica, rivendicasse per l’elettorato illuminato tutte le libertà che la Costituzione ci riconosce, scoprirebbe che i cittadini veramente democratici (e sono più di quello che si pensa) lo seguirebbero numerosi e con determinazione.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)